LECCO – Guai a chi tocca le slot machine. Anche nel capoluogo manzoniano c’è grande sgomento per il provvedimento proposto dal Nuovo Centro Destra e inserito nella Legge di Stabilità che “punisce” con minori trasferimenti da parte dello Stato a quei Comuni o a quelle Regioni che intendono mettere paletti al gioco d’azzardo.
Un emendamento, approvato anche con i voti del PD, che non poteva fare discutere a Lecco, dove da tempo l’Amministrazione Comunale è impegnata in una guerra serrata alla diffusione delle sale da gioco in città e solo qualche settimana fa ha vietato la loro accensione dopo la mezzanotte.
“Il business è business. Anche se fatto alle spese dei poveracci che vengono riconosciuti come malati. Lo Stato poi si curerà di loro, svuotandogli prima le tasche – è il commento amareggiato del consigliere comunale Ezio Venturini – Un’ignobile indegna, vergognosa e infame soluzione tradotta in una randellata ai sindaci e alle regioni che lottano contro il gioco d’azzardo. Una porcata”.
Dello stesso parere il senatore della Lega Nord, il calolziese Paolo Arrigoni: ““Il PD ha rivelato il suo vero volto – denuncia Arrigoni – E non è quello che vuole spacciare. I sindaci e gli amministratori del PD organizzano convegni sulla ludopatia e lanciano slogan contro il gioco d’azzardo, quando il loro partito di riferimento fa tutt’altro: dovrebbero essere rossi, ma… di vergogna!”.
Su tutte le furie anche l’associazione Appello per Lecco che da tempo si batte, organizzando iniziative, contro il proliferare delle slot machine nel capoluogo.

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