Un’avventura di undici mesi in terra australiana, tra orchidee spettacolari, canguri appena fuori dalla roulotte, sabbia rossa e paesaggi difficili da descrivere a parole. E poi gli incontri inaspettati, i lavori alla giornata e, soprattutto, la voglia di mettersi quotidianamente in gioco, di sperimentare, di perfezionare l’arte del sapersi arrangiare. È la storia dei lecchesi Andrea Aromatisi e Daniela Scaccabarozzi, che poco dopo essersi sposati, all’età di trent’anni, hanno deciso di partire per un viaggio di nozze che si è trasformato in esperienza di vita. Questo, almeno, quello che ci raccontano loro stessi dopo essere rientrati in Italia e aver pubblicato un libro: un volume che al suo interno raccoglie fatti, descrizioni, impressioni sugli undici mesi lontano da casa.
“Australia. Working honeymoon visa. Visto di permesso speciale per una coppia in luna di miele”, questo il titolo del libro edito da Book Sprint Edizioni e nato dal desiderio di “ripercorrere e fissare nella nostra mente – ci racconta Andrea, di professione educatore – tutto ciò che ci è capitato durante il nostro anno in Australia”. “Il libro che abbiamo scritto – interviene Daniela – è frutto di una storia vera, anche se in alcuni punti è stata un po’ romanzata. Diciamo che abbiamo preso ispirazione dalle lettere che durante il viaggio abbiamo scritto ad amici e familiari per tenerli aggiornati. Rientrati in Italia abbiamo ripreso queste lettere, le abbiamo arricchite con tutte le disavventure vissute, i lavori fatti per mantenerci e gli incontri”.
I lavori e gli incontri, forse i due aspetti più interessanti del viaggio che Andrea e Daniela ci hanno raccontato minuziosamente. Sì, perché sono in tanti i lecchesi che negli ultimi anni hanno lasciato l’Italia per partire alla volta dell’Australia, per trovare altrove quel lavoro che qui manca, ma è certo che bisogna essere pronti a prendere quello che c’è, a rimboccarsi le maniche e a vivere la giornata. “Durante gli undici mesi di permanenza non siamo mai rimasti con le mani in mano – ci spiega Andrea – ed è curioso pensare a quanto possa essere facile trovare un lavoro. Da pizzaiolo ad aiuto cuoco, da giardiniere in un resort a uomo delle pulizie in un campeggio in cambio di alloggio gratis: per un anno intero mi sono messo alla prova in occupazioni diverse, tra l’altro ben retribuite”.
Certo, però, bisogna essere pronti a darsi da fare senza troppe pretese e a saper cogliere ciò che di buono troviamo lungo la strada. “Da cosa nasce cosa – spiega, infatti, Daniela – Io sono biologa e durante il soggiorno in Australia mi sono occupata, tra le altre cose, di studiare un’orchidea di cui, sino a pochi mesi fa, nulla si conosceva sia sull’insetto impollinatore che sulla strategia di impollinazione. Ho collaborato con il Kings Park di Perth e ho studiato per tre mesi quest’orchidea, riuscendo a portare a termine la mia ricerca”. Una collaborazione, questa, che ha aperto a Daniela nuove strade e che l’ha portata di recente anche in Madagascar, per assistere a un convegno internazionale. E poi gli incontri, “soprattutto – riprende Andrea – con la comunità aborigena. Entrare in contatto con queste persone è stato l’aspetto forse più emozionante di tutto il viaggio, potrei dire una ventata di autenticità, difficile da dimenticare”.
Oggi, a qualche mese dal rientro e con il loro libro tra le mani, i due lecchesi provano a tirare le somme, a riflettere su come mettere a frutto gli insegnamenti di un anno così intenso. “La vera sfida – commenta Daniela – è riuscire a portare avanti, anche qui a Lecco o altrove, quel modo tutto particolare di vivere la quotidianità. Abbiamo imparato – conclude – che ciò che conta è afferrare le opportunità, lasciarsi guidare dall’istinto, dai desideri, sapersi liberare del vecchio e guardare avanti, sempre”.