Parla il sindaco Brivio: “Ecco la Lecco del futuro”

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Il sindaco Virginio Brivio

Virginio-Brivio

LECCO – La “Fase 1” del PGT è giunta a conclusione: venerdì sera, dopo quasi 5 anni di attesa, il Piano di Governo della città di Lecco è stato adottato dal Consiglio Comunale. Ora si apre la seconda fase, quella delle osservazioni che i cittadini e gli altri enti potranno presentare entro due mesi, per poi passare all’approvazione definitiva del piano.

Si tratta di un’occasione importante per ridisegnare il capoluogo e dare delle linee guida al suo sviluppo nei prossimi anni. Quale sarà la Lecco del futuro? Lo abbiamo chiesto al sindaco Virginio Brivio.

Partiamo dalle critiche: l’obiezione più forte che le muovono, oltre al pesante ritardo nella presentazione del piano, è di aver realizzato un PGT privo di contenuti, poco coraggioso, che non compie alcuna scelta politica.

“Andrebbe letto con più attenzione, se si pensa ad un PGT demagogico e che punta a fare cioè che non è realizzabile, si è fuori strada. Innanzitutto bisogna dire che l’attuale strumento, rispetto a quello passato, guarda ad una dimensione temporale molto contenuta (5 anni per alcuni aspetti, 10 anni per altri), gli obbiettivi devono essere certo ambiziosi ma effettivamente raggiungibili e che possano portare reali benefici ai cittadini”.

Qual è quindi la vostra idea di come dovrà svilupparsi la città nei prossimi anni?

“Spesso di Lecco si contrappone la vocazione manifatturiera a quella turistica; noi proponiamo un mix delle due che sia efficace, con un terziario convincente espresso dal pubblico e basato sui servizi, ma anche di formazione e ricerca per le imprese. Il tema di una città che guarda al lavoro, alla solidarietà, alla sostenibilità ambientale, sono tutte linee di indirizzo date dal consiglio e che si rispecchiano in questa pianificazione che anche attiva processi fermi da decenni. Crea opportunità affinché Lecco diventi più attrattiva”.

Lungo lagoQuali sono nel concreto i progetti per realizzare questi obbiettivi?

“Minore sfruttamento del suolo e salvaguardia della fascia montana, maggiore vivibilità del lungolago con la riqualificazione della Malpensata e la possibilità di realizzare una struttura turista alle Caviate che renderebbe anche meno anonimo quell’ingresso cittadino per quanti arrivano dalla superstrada. Per il centro abbiamo poi due priorità: il ritorno del Palazzo della giustizia, per chiudere una ferita ancora aperta, e il parcheggio del Serpentino nei pressi della basilica di San Nicolò.

Dobbiamo ricordaci che cose apparentemente modeste come il passaggio di proprietà al Comune dell’area della Piccola e del Bione che sono attese da oltre 20 anni e che non sono state ancora realizzate.

Sul turismo crediamo sia necessario un progetto graduale, a piccoli passi: innanzitutto abbiamo incrementato le percentuali di superficie disponibile per le attività del settore e destinato alcune ATU ad appositi servizi, poi c’è il tema del centro congressi e del cinema multimediale. Le opportunità ci sono e vogliamo che chi costruisce e chi gestisce lavorino assieme affinché si arrivi ad un progetto vantaggioso per la comunità”.

Si parla di turismo e terziario ma il piano ha incontrato il disappunto dei commercianti. Come si spiega questo?

“Credo non vada confuso il PGT con la crisi contingente vissuta dal settore. E’ necessario moltiplicare le opportunità. Il centro storico non deve essere una cittadella chiusa e asserragliata, deve dialogare con le altre parti della città, perché se Lecco diventa attrattiva e può dare maggiore offerta nel suo complesso avremo più visitatori e anche il protagonismo del centro potrà crescere. Riguardo al mercato abbiamo bisogno sia di un mercato in centro che di un mercato rionale, noi nel Pgt abbiamo buttato le premesse per entrambe le possibilità che andranno studiate nel Piano commercio.

Per concludere non dobbiamo pensare che il PGT sia un grande piano delle opere pubbliche, bisogna essere coscienti che è  figlio dei tempi che viviamo, sistema l’esistente, lo razionalizza e crea le condizioni affinché chi ha voglia di investire lo faccia. Non c’è demagogia ma concretezza”.