LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Caro Direttore, Sta diventando un classico, per nulla un best-seller.
Ogni anno scrivo la stessa lettera, a volte più o meno a ridosso della “Settimana della Cultura e del Libro” promossa da Confcommercio. Tutti gli anni, c’è una certa attenzione, una certa condivisione. Finita la settimana, chiuso il libro, accantonata la proposta.
Eppure è semplice, serve più coordinamento tra Enti che soldi.
Soldi forse non ne servono per nulla.
La proposta è: “Una stazione di libro”.
Una stazione di libro potrebbe, senza voler dettare agende a nessuno, essere un modo per affiancare queste giornate di promozione con un servizio concreto e continuativo che prosegue anche dopo.
Da questo piccolo ragionamento sono partito per una piccola proposta, soprattutto romantica, e, appunto, senza particolari oneri.
Quella di proporre d’installare nelle sale d’attesa delle stazioni ferroviarie del territorio una piccola mensola con dei libri a disposizione, gratuitamente, dei viaggiatori. Credo sia molto meglio di quella free-press, giornali gratuiti pieni di pubblicità, che ne invadono le banchine.
(La immaginerei anche in qualche punto della città: sotto i portici del Palazzo delle Paure, sotto il tetto dell’Ospedale, nell’androne del Palazzo municipale, alla pensilina coperta di qualche fermata dell’autobus, in un plexiglass a fianco dei monumenti cittadini – con riferimenti allo stesso)
Potrebbe essere un servizio che i vari Comuni, le Biblioteche e le stesse librerie mettono a disposizione attingendo dalle giacenze e disponibilità in Biblioteca, o in libreria.
Edizioni doppie, da scartare, donazioni ecc.. che invece in mano al viaggiatore (e/o cittadino/turista) ritrovano vita e utilità.
Potrebbe essere un autogestione degli stessi viaggiatori, non lasciando il libro, fintamente dimenticato sulla panchina. Libri che possono essere letti durante l’attesa del proprio treno (o in giro per Lecco) e poi riposti, ma anche presi in prestito, con un rapporto implicito fiduciario, senza nessuna registrazione, portati a casa e resi dopo la lettura.
In quella stessa stazione o in un’altra.
Il viaggiatore può anche riporre sulla mensola i suoi libri che ha già letto e che, se in buono stato, contribuiscono ad alimentare questo scambio. Senza ingolfare la sala d’attesa, bastano, credo, in media una decina di libri inizialmente, ci accorgeremmo che prendendo un libro… il tempo vola.
Ed il treno è quasi subito qui.
Si tratta di una “piccola idea romantica” ma anche un piccolo servizio concreto e continuativo.
Da promuovere anche, perché no, con iniziative durante l’anno.
Letture condivise, presentazione di un libro….
Ci sono degli interessati, quest’anno?
Paolo Trezzi, Lecco