LECCO – “Confido che le indagini possano essere le più celeri possibile. La cosa ci ha lasciati increduli, non che non esistano fenomeni di questo tipo, anzi ne siamo già venuti a contatto in passato con la revoca di un permesso parcheggi e con la chiusura di pizzerie, quindi ben vengano le indagini per contrastare le infiltrazioni mafiose, ma il presunto ruolo di amministratori pubblici nella vicenda mi ha lasciato basito”.
E’ il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, a commentare gli arresti avvenuti in mattinata che hanno coinvolto il primo cittadino di Valmadrera, Marco Rusconi, il consigliere comunale di Lecco, Ernesto Palermo (Gruppo Misto), insieme ad altre otto persone.
Questa mattina gli inquirenti hanno effettuato una perquisizione alla cassetta postale in Comune a Lecco del consigliere Palermo: “Quindi le indagini non stanno riguardando il resto degli amministratori di questo comune, ma ribadisco la nostra piena collaborazione” sottolinea Brivio.
Nelle ore successive gli uomini della Dda hanno rifatto capolino a Palazzo Bovara e hanno voluto anche copia del Piano di Governo del Territorio e tutta la documentazione affine.
“Con Palermo – prosegue il sindaco di Lecco – essendo lui un consigliere comunale, ho avuto un rapporto continuativo, non era uno di quelli che partecipano più spesso, ma ci sono stati molti suoi momenti di presenza e non ha mai dato modo di far pensare di poter avere inquinamenti”.
Sull’arresto del sindaco di Valmadrera, Brivio spiega: “Marco Rusconi lo conosco bene e spero venga data la possibilità di dimostrare la sua innocenza anche perché lui si era trovato vittima di un’operazione che comunque il comune di Valmadrera aveva pienamente contrastato. Aspetto ora di vedere come si evolverà la situazione dal punto di vista giudiziario per decidere come procedere”.

“Condividendo l’auspicio del sindaco Brivio anch’io spero che si faccia giustizia al più presto – fa sapere il consigliere Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia appartenente al Gruppo Misto in Consiglio) – Quando denunciavo che Palermo, nel gruppo misto assieme a me, non partecipava quasi mai ai lavori delle commissioni e, impedendomi di sostituirlo, non mi permetteva di espletare il mio mandato in modo adeguato, nessuno mi dava retta”.
“Quando chiedevo di controllare se venissero utilizzati lo stesso i permessi lavorativi spettanti ai capigruppo pur non essendo Palermo quasi mai presente ai lavori dell’apposita commissione, nessuno mi dava retta. Quindi sulle responsabilità politiche di chi ha candidato, votato, chiesto il voto e sostenuto o si è fatto sostenere da certi elementi, mi sarei aspettato un pò più di coraggio. Proprio vero che tanti uomini sono come san Pietro, quando il gallo canta, si dimenticano improvvisamente di chi era loro amico fino al giorno prima. Auspico adesso che il Presidente del Consiglio Alfredo Marelli adempia a tutte le procedure necessarie per impedire che il gruppo misto e la nostra intera istituzione amministrativa possa essere in qualche modo screditata da quest’ondata di arresti”..
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