LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Gentile direttore,
ho appreso dalla stampa locale che in Regione Lombardia stanno pensando di strutturare un nuovo regolamento restrittivo su Sagre e Feste di paese. Un giro di vite sul rilascio di autorizzazioni temporanee per la somministrazione di alimenti e bevande. Così, mi sono fatto inviare una bozza della proposta di legge 172 per poterla visionare ed eventualmente per cercare di migliorarla attraverso alcune mie osservazioni.
Subito dopo aver cominciato a leggere mi sono messo le mani nei pochi capelli che, aimè, mi sono rimasti! Già dalla premessa, si può comprendere come l’intento dei proponenti, di vocifera stuzzicati da una delle associazione di categoria dei commercianti, non sia quello di “regolamentare” ma quello di limitare fortemente questo tipo di iniziative, forse temendo una concorrenza sleale.
Ecco che allora nella proposta sono presenti, per gli organizzatori, limitazioni nel tempo, nelle modalità di svolgimento e persino nella finalità delle feste, tutto rigorosamente condito dal solito burocratese. Cominciamo con la richiesta, unita ad un programma dettagliato, che dovrà essere presentata sei mesi prima dell’inizio della manifestazione, gli organizzatori dovranno quindi premunirsi di programmare tutto quanto prima di mangiare il panettone. Fra il rilascio di un’autorizzazione e l’altro dovranno trascorrere almeno 30 giorni, dunque meno di un permesso al mese per comune. Quindi, senza tenere in considerazione il differente numero di abitanti, a conti fatti Lecco potrà rilasciare lo stesso numero di permessi di Morterone, con tutto il rispetto. Proprio perché alla somministrazione di bevande e alimenti potranno essere addetti solo individui in “possesso dei requisiti morali e professionali”, durante le feste possiamo dire addio alle casalinghe volenterose.
Infine, non si potrà “proporre più di due piatti per ciascuna portata” e saranno assolutamente vietate le prenotazioni e la vendita per l’asporto. Verrebbe poi introdotto un registro, in parte condivisibile, per poter elencare tutte le Sagre presenti sul territorio regionale, le quali potranno godere di “particolari benefici”. L’unico problema è che in questa categoria potranno rientrare solo “quelle manifestazioni volte a promuovere prodotti d’eccellenza enogastronomica locale”, quindi la sagra del Taleggio si salverà, mentre quella di Pescarenico o di Sant’Egidio – insieme a tutte le altre feste “parrocchiali” – saranno invece soggette alle restrizioni. Per i piatti proposti? In questo caso nessun problema ma “almeno i quattro quinti dei medesimi debbono contenere i prodotti eno-gastronomici oggetto della sagra”. Lasciando in disparte i motivi culturali, identitari, tradizionali e religiosi che alimentano queste feste, esse hanno soprattutto quella funzione aggregativa e di socializzazione che si rende indispensabile per un paese o per una piccola città che voglia guardare avanti serbando però la memoria storica per le proprie radici! I veri nemici dei commercianti non sono le sagre o le feste di paese e neppure i tornei sportivi che le associazioni organizzano d’estate per potersi autofinanziare durante tutto l’anno.
Ho sempre difeso il commercio in questa città e credo che le sagre e le feste, soprattutto quelle fatte negli oratori e sui campi da gioco, siano un valore aggiunto e che non solo non dovrebbero creare invidie, ma anzi molto spesso possano essere un’occasione che permette al commerciante di collaborare e di promuoversi proprio grazie allo spazio all’interno di queste manifestazioni.
Se vogliamo guardare in faccia alla realtà dei fatti, la vera concorrenza sleale ai nostri commercianti la fanno tutte quelle attività fasulle che aprono e si possono permettere prezzi fuori mercato grazie allo sfruttamento dei lavoratori dipendenti, quelle stesse attività che poi chiudono senza pagare un euro di tasse e senza lasciare traccia.
Siccome non sappiamo difenderci da queste canaglie disoneste che, mi spiace dirlo ma a nessuno venga in mente di accusarmi di razzismo, spesso sono di nazionalità cinese, allora ce la vogliamo prendere con la Sagra di Pescarenico o di Sant’Egidio, con lo Scigalott, con le feste patronali di Germanedo o con la fiera di Castello?
Vogliamo prendercela con le numerose associazioni sportive o di volontariato che organizzano qualche torneo estivo per consentire ai giovani di divertirsi in modo sano e per riuscire a raccimolare qualche soldo così da potersi permettere un altro anno di attività? Io credo che questa proposta di legge vada archiviata e che si debba trovare un accordo fra le parti attraverso l’utilizzo del buonsenso.
Con alcuni amici, comincerò nei prossimi giorni a sensibilizzare i cittadini, le associazioni ed i movimenti politici su queste tematiche attraverso banchetti informativi, distribuzione di volantini e flash mob all’interno delle feste. Chiediamo l’aiuto di tutti, a prescindere dal credo politico, per raccogliere le firme che presenteremo a Milano al governatore Maroni.
Giacomo Zamperini – Consigliere comunale Fratelli d’Italia