MANDELLO – “Oggi sono con voi qui a Somana ma don Tommaso, che ben conosce questa terra e tutti voi, mi ha informato che di Sant’Abbondio e del vescovo Clemente Gaddi sapete già tutto. Ci ho pensato, allora, e ho deciso che vi parlerò del contesto in cui è vissuto il patrono della vostra frazione e delle incredibili similitudini con l’epoca in cui stiamo vivendo”.
Così don Mattia Tomasoni, bergamasco (è nativo di Dorga e attualmente studia Storia della Chiesa a Roma), ha introdotto la sua profonda omelìa alla solenne celebrazione di domenica 31 agosto in onore del patrono Sant’Abbondio.
Un rito che ai residenti nella frazione mandellese sta a cuore da sempre e che ogni anno vede la partecipazione di uno o più sacerdoti per vari motivi legati a monsignor Clemente Gaddi o appunto a Somana.
Quest’anno, si è detto, è toccato a don Mattia, compagno di messa di don Tommaso Frigerio, originario proprio di Somana (la loro ordinazione risale alla primavera del 2012) e a sua volta presente all’odierna ricorrenza, “celebrare” il patrono. Con loro e con il parroco don Massimo Rossi c’era anche monsignor Tarcisio Ferrari, che fu a lungo segretario del vescovo Gaddi.
“Mi colpisce il contesto storico in cui è vissuto il vescovo Abbondio – ha dunque esordito don Mattia – Siamo nel V secolo, c’è la crisi economica, la classe media quasi scompare e c’è il declino della natalità, oltre a quello morale e dei costumi. Chi comanda, inoltre, è sovente coinvolto in intrighi di Palazzo. Iniziano poi le migrazioni dei popoli, che si portano appresso i loro culti e le loro tradizioni. Insomma ci sono più o meno le stesse dinamiche di oggi”.
“Il Papa manda allora il vescovo Abbondio a Calcedonia – ha aggiunto il giovane sacerdote – perché abbia a ribadire che Gesù di Nazareth è vero uomo e vero Dio”.
Ecco allora un’altra similitudine con i giorni nostri, che scaturisce dalla consapevolezza che nel momento dell’incertezza dobbiamo tornare a Gesù e metterlo al centro di tutto. “Ciò vuol dire – ha specificato don Mattia – tornare a conoscerlo, perché altrimenti il rischio è di coltivare una fede soltanto superficiale. Di qui l’importanza di approfondire la nostra religione e le occasioni per farlo non mancano”.
“Gesù bisogna però anche incontrarlo – ha aggiunto – come persona vivente e come l’amico fedele con il quale ci si confida. Con Lui possiamo parlare a tu per tu e fare un’esperienza di intimità”.
Poi la considerazione conclusiva: “Chiediamo allora anche noi, con l’intercessione di Sant’Abbondio che deve esserci di esempio, il dono di una fede matura, capace di interrogarsi e di uscire trasformata dall’incontro con Dio, perché soltanto così la nostra vita avrà un senso”.
Al termine della messa il parroco don Massimo ha ringraziato don Mattia per la sua presenza e per i concetti da lui espressi. Il sacerdote bergamasco ha elogiato dal canto suo la partecipazione attenta e sentita della comunità di Somana alla celebrazione eucaristica e sottolineato il ruolo del coro parrocchiale e dei chierichetti. “Chissà – ha aggiunto – che qualcuno di loro non possa entrare in Seminario”. Poi l’ultimo canto e il congedo.
Questa sera al campo sportivo della frazione l’ultimo atto della festa patronale con il servizio di cucina e bar ancora in funzione e un’altra serata danzante.
DI SEGUITO, DUE GALLERIE FOTOGRAFICHE
GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DI SANT’ABBONDIO
GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA SECONDA GIORNATA DELLA “RAVIOLATA 2014” AL CAMPO SPORTIVO