LECCO – “Il dato di astensionismo registrato nelle recenti elezioni in Emilia – Romagna e Calabria é la maggiore evidenza del malessere che serpeggia ormai da diversi anni nel corpo elettorale.
Per ben 12 anni io stesso ho ritenuto di andare a votare solo alle elezioni comunali e provinciali, cioè alle competizioni degli Enti Locali che rappresentavano la nostra comunità . Questo non certo per vocazione anti politica , ma semplicemente perché non ho mai trovato un partito che potesse rappresentare i miei orientamenti e non volevo diventare complice, con il voto, di una classe dirigente inadatta, a mio giudizio, a governare il paese.
Ho riposto, invece, molte aspettative nell’attuale Presidente del Consiglio, sostenendolo prima, in maniera inequivocabile, nelle competizioni delle ” Primarie ” e successivamente incoraggiandolo, attraverso la relazione con il suo staff, ad andare avanti speditamente sul fronte del rinnovamento e delle riforme.
Dopo questo voto é necessario che Renzi e il PD si fermino un attimo a riflettere. Il successo elettorale non deve annebbiare la vista. Purtroppo negli ultimi mesi Renzi é stato costretto ad utilizzare le sue energie, oltre che per imprimere un cambio di passo alle riforme, in un dibattito tutto interno al suo partito e in una diatriba, senza soluzione di continuità, con la CGIL e la FIOM. Un dibattito che spesso è tracimato in un atteggiamento volgare ed offensivo tra le parti.
Un rapporto di forza tra i contendenti che ha lasciato esterrefatta l’opinione pubblica. Cioè quei cittadini, come me, che avevano sostenuto, in maniera disinteressata, considerato che non sono iscritti al PD, non tanto Renzi, quanto le idee e i propositi di Renzi. Il campanello d’allarme è suonato anche per il Premier. Io continuo a credere che Lui sia un innovatore, colui che potrebbe portare fuori dalla stagnazione il Paese, ma deve liberarsi al più presto di un dibattito asfittico e senza prospettive come quello che sta avvenendo nel più grande partito del Paese e ricominciare a parlare alla Società Civile. Il PD senza la componente del Civismo non va da nessuna parte è destinato ad arretrare in posizioni elettorali e rischia una involuzione progettuale. Il Civismo non è un partito, ma la miglior risposta alla politica. Si occupa del suo territorio guardando, senza paura, al resto del mondo.
Un arretramento culturale e politico del progetto originale di Renzi sarebbe una iattura per il Paese e inevitabilmente favorirebbe l’emergere di soggetti presenti nel panorama politico che utilizzano strumentalmente e irresponsabilmente la crisi sociale, economica e il localismo per infierire sulla parte più esposta e debole della società . Tutti stanno giocando con il fuoco inconsapevoli di essere su una polveriera”.
Corrado Valsecchi