LECCO – “Altro che espansiva come tenta di spacciarla Renzi. La manovra non ha respiro, anzi è depressiva e non rilancerà la competitività del paese”. Così il senatore Paolo Arrigoni di ritorno da Roma dove, fino all’alba di oggi, ha partecipato ed è intervenuto al voto di fiducia sul maxiemendamento alla legge di stabilità.
“Un Governo che presenta in seconda lettura 80 emendamenti, che sono stati la causa dell’interruzione dei lavori in commissione, non può che avere idee confuse. La legge è caratterizzata da troppi tagli lineari, da nuove tasse e da coperture incerte che inevitabilmente comporteranno un aumento differito dell’Iva, che potrebbe salire al 25,5 per cento, e quella agevolata al 13 – evidenzia il senatore del Carroccio – . Gli 80 euro introdotti nel decreto Irpef di aprile che ha lanciato Renzi e il PD al 40,8% alle scorse europee, sono riconfermati ma è doveroso sottolineare che le fasce deboli, le stesse a cui Renzi aveva promesso il bonus, rimarranno escluse dal beneficio. Stiamo parlando di pensionati con la minima, disoccupati, lavoratori autonomi a basso reddito, famiglie numerose e monoreddito che rimarranno a bocca asciutta e anzi dovranno pagare le tasse per finanziare chi gli 80 euro li percepisce.”
“Sono quegli 80 euro che hanno fatto scattare l’IMU sui terreni agricoli montani e che, per responsabilità governative, hanno fatto scivolare alla fine di novembre il taglio di 365 milioni di euro ai bilanci di 4.300 Comuni e che comporteranno, per migliaia di proprietari agricoli, il pagamento, rinviato solo al 26 gennaio, di questa nuova patrimoniale – prosegue Arrigoni – .Ma i territori montani sono stati colpiti anche con la forte riduzione delle agevolazioni per GPL e gasolio da riscaldamento e con l’aumento dal 11 al 22% dell’Iva sul pellet“
“Devastanti sono poi i tagli di 4 miliardi alle Regioni che impatteranno certamente su sanità e sul trasporto pubblico locale, e quello di 1,2 miliardi ai Comuni – denuncia il senatore leghista. Vergognose sono poi altre misure come i 90 milioni dati ancora ai terremotati della Sicilia per un sisma di 24 anni fa, mentre cifre modeste sono state concesse ai territori recentemente terremotati dell’Emilia; come gli ulteriori 110 milioni all’anno dati a Roma Capitale, che si sommano ai 420 milioni di euro, che dal 2007 vengono elargiti ogni anno pagati con i soldi degli italiani; come gli ulteriori 200 milioni all’anno per l’accoglienza degli immigrati quando vi sono anziani indigenti che non arrivano alla fine del mese e il 31 per cento delle famiglie italiane ha superato la soglia della povertà. Questo nel bel mezzo di Mafia Capitale, laddove Buzzi, il ras delle cooperative romane, finanziatore del PD e del sindaco Marino riceveva appalti diretti per gestire campi rom e zingari e centri di accoglienza per clandestini”.
“Per quanto riguarda la sterilizzazione della TASI, inoltre, non è vero che ci sarà il blocco delle tasse sulla casa. Con il taglio di 1,2 miliardi di euro ai comuni e il mancato ripristino del fondo perequativo di 625 milioni di euro, è infatti inevitabile che i sindaci esattori per conto dello stato debbano incrementare la tassa sul mattone per famiglie, professionisti e imprenditori. – Arrigoni termina infine con gli enti provinciali. “L’irresponsabilità iniziata con la scellerata legge Delrio purtroppo prosegue. Le Province che sono già senza soldi per le scuole e per la manutenzione e lo spazzamento neve delle strade, riceveranno ulteriori pesanti tagli che ammontano ad 1 miliardo nel 2015, 2 nel 2016 e 3 nel 2017. Qui la decisione del Governo di tagliare il 50% del personale, senza ancora sapere quali funzioni resteranno agli stessi Enti è illogica e mette a repentaglio la sicurezza sociale di circa 25.000 dipendenti”.