Accusato di violenza sessuale durante un massaggio, l’imputato nega

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Il tribunale di Lecco

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LECCO – Si sarebbe fatto massaggiare da una giovane estetista di un centro estetico cittadino che stava seguendo un corso di formazione, costringendola a toccargli le parti intime. A quello spiacevole episodio, risalente al febbraio 2013, è seguita una denuncia per violenza sessuale nei confronti di un agente di commercio, L.S., quest’oggi ascoltato dal collegio giudicante del Tribunale di Lecco presieduto dal giudice Enrico Manzi.

La giovane (classe 1988), già ascoltata in udienza lo scorso anno, era stata da poco assunta nel centro estetico e stava seguendo un corso, suddiviso in quattro lezioni, per apprendere meglio le tecniche di massaggio e l’uso dei prodotti cosmetici. “Mentore” del corso proprio L.S., da venticinque anni rappresentante di prodotti di bellezza e fornitore della titolare del centro da dieci, che per le prime tre lezioni avrebbe effettuato le dimostrazioni sulla proprietaria del centro estetico e su una modella. Per la quarta e ultima lezione l’uomo avrebbe quindi proposto all’apprendista un massaggio “reciproco”, che sarebbe evoluto in maniera “ambigua” come aveva raccontato la ragazza, costituitasi parte civile nel processo tramite l’avvocato Margherita Cuocolo.

massaggioStando alla sua testimonianza infatti prima di cominciare la seduta l’uomo le avrebbe proposto di legarle i polsi e bendarle gli occhi, per il cosiddetto massaggio “caldo benessere”, praticato con l’ausilio di oli caldi, offerta che sarebbe stata rifiutata dalla giovane. Mentre poi riceveva il trattamento l’uomo avrebbe preso le mani dell’estetista e le avrebbe portate ai propri genitali. Un gesto che sconvolse la ragazza, la quale, a quel punto, invitò l’uomo a rivestirsi e ad andarsene. Indicativo dello stato “agitato” della giovane sarebbe poi stato un post in Facebook, pubblicato quello stesso giorno: “Giornata da dimenticare” a cui aveva fatto seguito un messaggio del “maestro”: “Per colpa mia?”.

Sui fatti, durante la scorsa udienza, erano state sentite in un confronto la madre della giovane e la titolare del centro estetico.

Quest’oggi, in aula, è toccato proprio all’imputato esporre la propria versione: “Quel giorno, il 21 febbraio 2013, avevamo appuntamento al centro estetico alle 9 – ha raccontato al sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo – la lezione verteva sul massaggio ‘caldo benessere’ che viene effettuato con l’ausilio di oli caldi. La ragazza mi aveva chiesto di poter finire un po’ prima delle 14, perché doveva riportare la macchina alla madre. Avevo notato che era un po’ strana. Ad un certo punto si è messa a piangere raccontandomi delle cose personali. Ho cercato di consolarla come potevo, l’ho anche abbracciata. Abbiamo cominciato la seduta alle 10.30. Fino alle 12, l’ho massaggiata io e dalle 12 alle 13.30 abbiamo invertito i ruoli e la seduta è proseguita normalmente” ha sottolineato l’uomo, che ha poi negato di aver proposto alla giovane un massaggio bendata e legata: “Avevo sperimentato io stesso questo tipo di massaggio con una cliente, qualche giorno prima: l’aveva promosso lei, si chiama ’50 sfumature’ ed in effetti prevede un leggero bendaggio dei polsi e degli occhi ma niente di costrittivo, basta muoversi e ci si libera”.

Al termine della lezione e quindi del reciproco massaggio, i due si sarebbero recati verso l’uscita del centro estetico deserto, stando alle dichiarazioni dell’uomo. Dichiarazioni in contrasto da quanto emerso nelle precedenti udienze durante le quali si era parlato della presenza di due persone, entrambe impiegate nella palestra attigua al centro estetico, le quali avrebbero visto la ragazza uscire con aria sconvolta.

A non convincere l’accusa della “normalità” di quella seduta di massaggi sarebbero anche alcuni sms inviati col telefonino dall’uomo alla giovane quello stesso giorno: “Quanto emerso di personale oggi rimanga tra noi. Per la titolare abbiamo fatto il caldo benessere”. Messaggio che è stato giustificato dall’imputato come  un “semplice riepilogo” della lezione. L’uomo ha poi giustificato il commento al post in Facebook dell’estetista “Giornata da dimenticare” con la domanda:“Per colpa mia?”.
Mi aveva raccontato cose molto personali quella mattina prima del trattamento – ha dichiarato l’imputato al PM – temevo che le mie parole volte a consolarla potessero averla disturbata e volevo sincerarmi che fosse tutto a posto”.

Qualche giorno dopo, la sorella della giovane al corrente di quanto accaduto, ha voluto indagare sulla professione dell’uomo, contattandolo telefonicamente e chiedendogli se fosse un massaggiatore o un estetista, come dal resto lui stesso ha raccontato al PM: “Io non sono nessuna delle due cose – ha dichiarato – sono un agente di commercio e quanto so in materia di massaggi e prodotti l’ho appreso nel corso degli anni”.
Dopo la telefonata ricevuta, l’uomo si sarebbe recato presso il centro estetico chiedendo lumi sul perchè la sorella lo cercasse. “Volevo sapere cosa stava succedendo, ma la tirocinante mi ha risposto malamente rimandandomi alla titolare, la quale a sua volta ha detto di non sapere. Poi è arrivata la lettera dell’avvocato Cuocolo con la querela, inutile dire che ci sono rimasto di sasso. Non so come spiegarmi l’accaduto e ad essere sincero neanche lo voglio sapere” ha concluso l’uomo.

A far luce sulla vicenda contribuiranno durante la prossima udienza due nuovi testimoni (quelli che avrebbero visto la ragazza uscire dal centro estetico) richiesti dal PM Del Grosso e ammessi dal Tribunale in chiusura di seduta: si tornerà in aula il prossimo 11 giugno.