“Stranieri sfruttati nei campi”. CGIL accusa l’ex sindaco leghista

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Il segretario Wolfango Pirelli con Ass Casset e Guerrino Donegà

 

LECCO – Una denuncia presentata alla Direzione Territoriale del Lavoro da 12 cittadini di origine straniera supportati dalla Cgil di Lecco contro il presunto sfruttamento da loro subito nei campi di un’azienda agricola facente capo al figlio dell’ex sindaco di Calco, Giuseppe Magni, leghista e consulente del ministro Castelli tra il 2001 e il 2005.

Accuse molto gravi quelle espresse dal sindacato che ricordano casi di caporalato di cui spesso si ha notizia dal Sud d’Italia, e rispetto alle quali sono ancora in corso gli accertamenti degli enti preposti.

L’atto formale di querela è stato presentato lo scorso giugno da una dozzina di questi lavoratori, originari del Senegal e del Burkina Faso, tra cui tre minorenni e due donne; in tre di loro erano sprovvisti di permesso di soggiorno e dal 2011, secondo quanto riferito dal sindacato, erano stati arruolati per lavorare tra aprile e ottobre nei campi dell’azienda Ma. Ma. di Alessandro Magni, figlio dell’ex primo cittadino leghista, e del padernese Federico Maggioni, socio di minoranza.

Massimo Sala, segretario della FLAI Cgil
Massimo Sala, segretario della FLAI Cgil

“Lavoratori non contrattualizzati – spiega il sindacalista Massimo Sala, segretario della FLAI Cgil – venivano retribuiti con un compenso di 4 euro l’ora per 10-12 ore di lavoro ma ultimamente ricevevano solo degli acconti insieme a promesse che i pagamenti sarebbero arrivati nei prossimi mesi, a raccolto completato. Nella pausa pranzo veniva dato loro un panino al tonno ogni giorno. La situazione li ha portati all’esasperazione e hanno accettato di farsi aiutare”.

Si tratterebbe di stranieri residenti nel meratese che, secondo gli accertamenti del sindacato, venivano recuperati in auto ogni mattina dai titolari in prossimità dell’oratorio di Airuno e portati a lavorare in terreni agricoli situati ad Airuno, Sartirana, Brivio e Bellusco, coltivati a zucchine.

Lavoravano sette giorni su sette – prosegue Ass Casset, responsabile dell’Ufficio Immigrazione della Cgil Lecco – si sono ribellati dopo che era stato deciso un compenso di un euro a cassetta raccolta; la paga però non arrivava. Oggi, dopo la denuncia, questi lavoratori non hanno trovato altro impiego , i campi di questa azienda vengono coltivati e temiamo possa esserci stato un ricambio di lavoratori alle stesse condizioni. Ci è stato detto che i titolari avrebbero provato a reclutare senza successo disoccupati e pensionati della zona, oggi invece sarebbe al lavoro una cooperativa di lavoratori del Pakistan”.

Condizioni che, oltre a danneggiare i lavoratori, per il sindacato produrrebbero un vantaggio dell’azienda sui concorrenti: “Il costo di produzione agricolo scende del 40% rispetto a chi invece rispetta le regole. Il costo medio per un lavoratore di questo settore si aggira intorno ai 12 euro lordi l’ora” ha sottolineato Sala.

Per il segretario provinciale della Cgil lecchese, Wolfango Pirelli, affiancato dal segretario Guerrino Donegà, il caso non è solo sindacale ma anche politico:

“Anche se intestata al figlio, sappiamo che Giuseppe Magni era presente e svolgeva un ruolo attivo in azienda. Magni – ha proseguito Pirelli – si è costruito una campagna elettorale regalando ai cittadini di Calco le zucchine coltivate in quei campi. Una vicenda molto pesante dal punto di vista politico, in una fase in cui la Lega continua i suoi attacchi sul tema dell’immigrazione”.

L'ex sindaco Giuseppe Magni
L’ex sindaco Giuseppe Magni

Parole che hanno indispettito e non poco l’ex primo cittadino leghista: “Vogliono ingigantire la cosa solo perché ci sono di mezzo io, o meglio mio figlio. Stiamo parlando di un’azienda che fattura 20 mila euro! Che poi mi si rimproveri di aver regalato delle casse di zucchine ai miei concittadini è veramente da mentecatti”.

Giuseppe Magni, contattato telefonicamente, spiega di aver ricevuto giusto ieri una sanzione di 6 mila euro per l’ispezione subita: “Noi avevamo un contratto con un’azienda che ci forniva lavoratori, un’azienda di servizi, non sono nostri dipendenti”.

All’ex sindaco chiediamo conto della sua presenza nei campi e se effettivamente gli stranieri venissero trasportati anche da lui sul luogo di lavoro: “Qualcuno di questi lavoratori veniva a fare delle prove e controllavamo prima che avessero i documenti in regola – spiega – io ci andavo per altri motivi che non centrano nulla con il lavoro e l’ho già detto a chi di dovere”.

Riguardo ai 4 euro l’ora pattuiti, Magni dice di non saperne nulla “ma – conclude – non mi sorprende che vengano dette queste cose sul mio conto. Ne ho subite di peggio”.