MANDELLO – Una serata di ricordi. Una serata di record. Una serata indimenticabile in generale per tutti gli appassionati di motori e in particolare per i guzzisti. I ricordi sono quelli legati a Roberto Patrignani, che proprio al mondo dei motori ha dedicato gran parte della sua vita e che ieri, sabato 21 novembre, avrebbe tagliato non il traguardo di una corsa motociclistica ma quello degli 80 anni. I record sono quelli mondiali stabiliti dalla Guzzi dall’inizio degli anni Quaranta fino al 1957, quando la Casa dell’Aquila lasciò il mondo delle corse.
Ieri sera, al cineteatro comunale, Mandello è tornato ad accendere i motori. E a parlare della Guzzi, come detto dei suoi primati ma anche dei suoi piloti. E dei suoi tecnici. Tra loro, uno su tutti: Enrico Cantoni, 89 anni molto ben portati, il cui nome si lega alla Otto cilindri così come ad altre moto di successo.
Con lui, sul palco del “De Andrè”, Angelo Tenconi. Classe 1934, specialista delle gare in salita, l’ex pilota comasco ha ricordato con la consueta verve appunto gli anni dei record della Guzzi, a cominciare da quelli stabiliti a Monza sul finire degli anni Sessanta. “Io ricomincerei ancora adesso, a correre – ha detto – e in ogni caso mi sono ripromesso di andare in moto fino a quando avrò compiuto 111 anni!”.
Accanto a Tenconi – sollecitato a sua volta dalle domande di Oscar Malugani, al quale era affidata la conduzione della serata – vi era anche Bruno Scola, tecnico di pista e grande specialista meccanico, altra memoria storica delle affermazioni e dei primati conseguiti dalla Guzzi.
I primati, già. “Ma prima di ottenere un record – ha spiegato Enrico Cantoni, che era affiancato dal figlio Luca – bisogna pensare a ciò che si vuol fare. Dietro ogni primato, infatti, c’è un lungo lavoro, a partire dal potenziamento del motore”. “I record poi – ha aggiunto – si stabilivano la maggior parte delle volte in autostrada perché considerata più sicura. E non a caso uno dei primi record della Guzzi l’abbiamo fatto, non molti anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, su un’autostrada della Germania”.
Si è parlato dei primati di Gino Cavanna e di Giovannino Lurani di Cernusco Lombardone, che fu per lunghi anni vicepresidente dell’Automobile club Milano e dell’Autodromo di Monza. E nella serata mandellese non è neppure mancato un riferimento a quando la Guzzi fu prossima a fornire i propri motori alla Fiat.
“Pareva che quel progetto fosse prossimo ad andare a buon fine – ha ricordato Cantoni, progettista del motore due cilindri negli stessi anni in cui la Fiat produceva la 500 – ma invece non se ne fece niente. Il perché non lo so ancora oggi, sta di fatto che menti superiori avevano deciso così…”.
Quella di sabato 21 novembre è stata poi la serata di Giovanni Rana. Una presenza, quella a Mandello del “re dei tortellini” in un evento dedicato alla Guzzi e ai motori, non casuale. Con un Guzzino 65, infatti, iniziò la storia di questo imprenditore oggi presidente del gruppo che ne porta il nome e che dà lavoro a 2.000 persone, con sei stabilimenti in Italia e nel mondo. “Lo acquistai di seconda mano pagandolo 18.000 lire – ha spiegato dal palco del “De Andrè” – e per me è stato e rimane un autentico gioiello. Ci portavo i tortellini, su quel Guzzino, e da allora quanta strada abbiamo fatto insieme!”.
“Negli anni successivi ne ho acquistati altri 5, di Guzzini 65 – ha aggiunto Giovanni Rana, classe 1937 – e sulle confezioni dei prodotti che mandiamo all’estero c’è l’immagine proprio di questo modello di casa Guzzi, ma il primo ha un posto particolare nel mio cuore. No, quello proprio non si tocca…”.
Dopo quella del “re dei tortellini”, che nel pomeriggio aveva visitato il museo storico della Guzzi e l’Antica officina di Giorgio Ripamonti in via Cavour, il pubblico mandellese ha ascoltato la testimonianza di Mariangela Fumagalli e Federica Frattini, alle quali si deve la pubblicazione del libro La Freccia rossa sull’impresa compiuta nel 1949 da 25 scout, che in sella ad altrettanti Guzzini 65 attraversarono l’Europa, fino a raggiungere la Norvegia, per portare un messaggio di pace scritto dai mutilatini di don Carlo Gnocchi.
Tra i 25 scout di quella coraggiosa “spedizione”, che oltre ai Guzzini comprendeva anche un Airone e un Ercole cabinato, vi era Giovanni Scandolara, classe 1929, che a Mandello ha raccontato una serie di simpatici episodi di quella indimenticabile avventura.
Una serata di grandi ricordi, insomma. Tra gli altri, si è detto, anche quello di Roberto Patrignani. A parlare di lui è stata sua moglie Connie (“era una persona completa – ha detto – scriveva bene e voleva essere anche un bravo corridore”), sul palco del cineteatro a inizio serata accanto ai figli Marzia e Franco, quest’ultimo assessore nella giunta Fasoli in carica dalla scorsa primavera e rappresentante del comune di Mandello nell’associazione “Città dei motori”.
Un applauso ha accomunato nel ricordo anche Luigi Conato, scomparso pochi giorni prima, la cui attività professionale si legò a sua volta alla Moto Guzzi.
Una serata di ricordi. Una serata di record. Una serata che nessuno, tra coloro i quali vi hanno assistito, dimenticherà.
DI SEGUITO, NEL SERVIZIO FOTOGRAFICO DI CLAUDIO BOTTAGISI, TUTTE LE IMMAGINI DELLA SERATA MANDELLESE DEDICATA AI RECORD DELLA MOTO GUZZI