MILANO – “Di Aids in Lombardia si continua ad ammalarsi e a morire. La nostra regione con il Lazio è quella che detiene l’incidenza maggiore di nuove diagnosi Hiv, soprattutto nell’area metropolitana di Milano, ma l’attenzione sull’epidemia negli ultimi anni è andata sempre più scemando. Col rischio che passi il messaggio che ormai il virus non rappresenti una minaccia come in passato”.
A lanciare l’allarme è il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti che ha visitato in viale Jenner a Milano Il CRH-MTS, struttura sanitaria che si occupa di prevenire, diagnosticare e curare le malattie a trasmissione sessuale (MTS), HIV ed Ectoparassitosi.
Cecchetti ha parlato con il direttore generale dell’Asl di Milano Walter Locatelli e con Gianmarino Vidoni e Livia Brignolo, responsabili del Centro che in Lombardia rappresenta, con l’altra sede di Sesto San Giovanni, una sorta di task-force regionale sul fronte anti Aids e malattie sessualmente trasmissibili.
“Gli ultimi dati disponibili – dice Cecchetti – dicono che in Lombardia ci sono in trattamento antivirale 26 mila pazienti, 12 mila dei quali residenti a Milano. Senza contare che oltre il 50% dei sieropositivi non sono consapevoli di aver contratto il virus, per questo motivo si stimano più di 50mila Hiv positivi nella nostra Regione. Il fatto che si parli sempre meno del rischio Aids però non è un bel segnale che diamo ai giovani e alla società. Ecco perché – aggiunge Cecchetti – l’attenzione deve essere sempre alta e le problematiche riguardo ai comportamenti sessuali devono continuare ad essere diffuse e divulgate”.
Il Vicepresidente Cecchetti il prossimo 1 dicembre, giornata mondiale di lotta contro l’Aids, distribuirà gratuitamente davanti alle scuole superiori milanesi i preservativi che proprio il centro MTS ha fatto realizzare per divulgare tra i giovani il messaggio della prevenzione e dell’attenzione. Su tutte le confezioni, oltre a note comportamentali e contatti del centro MTS, compare anche la Rosa camuna, simbolo di Regione Lombardia.
“Non scandalizziamoci davanti a un preservativo – dice Cecchetti – Girare la testa dall’altra parte e non capire che solo attraverso corretti comportamenti sessuali si batte l’Aids vuol dire non avere per niente in considerazione la vita dei nostri giovani e il bene della nostra comunità”.