L’addio di Ballabio a don Achille: “Ora sei sulla montagna più alta”

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BALLABIO – C’era tutto il paese a salutarlo: giovani e anziani, il sindaco e gli alpini, associazioni e banda, tutti riuniti nella chiesa di San Lorenzo che non è riuscita a contenere quanti giovedì hanno voluto dire addio a don Achille Gumier, per oltre 20 anni punto di riferimento della comunità cristiana di Ballabio e scomparso martedì all’età di 72 anni. Era da tempo malato.

Anche numerosi preti del decanato hanno raggiunto il comune valsassinese per rendere omaggio al sacerdote, assistendo al rito celebrato dal vescovo ausiliare di Milano, monsignor Luigi Stucchi, suo grande amico:

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monsignor Luigi Stucchi

“Nella vita e nel ministero di don Achille ci sono tracce del mistero di Gesù, quel desiderio di servire il prossimo che don Achille aveva fatto suo – ha sottolineato monsignor Stucchi – Ci siamo conosciuti durante gli anni del seminario ma è stato a San Nicolò che è nata tra noi una vera amicizia. Don Achille era un ottimista, un amico che non complica i problemi, che impegnava mente e cuore per sostenere il cammino della propria comunità”.

Un cammino, quello della vita, che per il sacerdote ballabiese era come affrontare una salita sulle sue amate montagne “dove la fatica è ripagata dalla tranquillità e dallo spettacolo mozzafiato che ti si para davanti” come insegnava lo stesso parroco.

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Un amore per le vette che lo ha avvicinato al gruppo CAI di Ballabio, “un grande alpinista, ha arrampicato molte pareti e pestato molta neve. La montagna era la sua vita e la sua voce armoniosa riempiva i cuori di chi lo ascoltava. Un uomo di cuore e di coraggio. Oggi lo accompagniamo sulla montagna più alta” come lo hanno ricordato dal CAI, dedicandogli una preghiera.

“Ora il nostro sguardo cerca ancora il suo e la immaginiamo salire sulla Grigna, alla baita Segantini, salendo la grotta di Lourdes, o ricordando i nostri defunti al bivacco del monte Due Mani, oppure semplicemente camminando per le strade del nostro paese – è il pensiero del gruppo pastorale – Ora don, dal cielo continui ad essere la nostra stella polare”.

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La vicinanza del paese al suo parroco, sostituito solo lo scorso anno da don Giambattista Milani, è grande e tangibile. Una sincera gratitudine quella dei ballabiesi, come ha spiegato il sindaco Consonni: “Sul piano personale ricorderò sempre le sue parole di incoraggiamento e il gesto paterno con quella particolare dolcezza che la sofferenza sa rendere ancora più autentica. Sul piano pubblico, Ballabio riserverà a questo suo cittadino, giustamente già investito della civica benemerenza, un segno della memoria con la dedica di una via o di un luogo istituzionale”.

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Lo hanno ricordato le catechiste, i ragazzi dell’oratorio, i responsabili del centro sportivo hanno omaggiato il parroco con un minuto di silenzio, mentre il gruppo Aido, di cui don Achille è stato il primo presidente, ha recitato la preghiera del donatore. A ricordarlo anche i parrocchiani di Melzo, dove il sacerdote ha svolto parte del suo ministero prima di giungere a Ballabio, “la tua impronta è ancora viva e marcata nei nostri cuori”.

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“Un prete umile e saggio, fedele al suo ministero e partecipe della vita della sua gente – dice di lui in una lettera il vescovo di Mantova, don Roberto Busti, già prevosto di San Nicolò che proprio a Lecco aveva conosciuto don Achille – Un gran lavoratore che non si è mai sottratto ai compiti più umili per mantenere bella la sua chiesa. Lo ricordo con affetto e partecipo alla sofferenza dei tanti che gli hanno voluto bene”.

 

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