Alfredo Colitto con “Il libro dell’angelo”, edizioni Piemme, ha vinto il Premio Azzeccagarbugli al Romanzo Poliziesco edizione 2011, la cui serata conclusiva si è tenuta ieri sera al Teatro della Società di Lecco. Con i 481 voti che la giuria gli ha assegnato, Colitto ha avuto la meglio su Marco Malvaldi (379), Giancarlo Narciso (333) e Fulvio Ervas (295).
Colitto, classificatosi secondo nell’edizione 2010, si riconferma quindi autore di punta del Premio Azzeccargabugli, così come Mondino de’ Liuzzi, il medico anatomista (realmente esistito) che Colitto ha fatto protagonista dei suoi thrillers, si è riconfermato personaggio letterario affascinante e avvincente, mentre la qualità della ricostruzione della Venezia del 1300, che fa da sfondo al romanzo, è attestazione di una preparazione storica non comune.
Al secondo posto si è posizionato il gossip mistery “Il re dei giochi” (ed. Sellerio) di Marco Malvaldi, in cui l’approccio nel cercare la verità è quello tipico del piccolo paese di provincia che trova la propria coscienza collettiva nel bar, approccio idealmente incarnato dei “quattro vecchietti” protagonisti del romanzo di Malvaldi.
Giancarlo Narciso è giunto terzo con il suo “Otherside” (ed. Perdisa), con cui riesce a coprire tutte le sfaccettature dell’essere “otherside”, dell’essere cioè nella condizione di non poter tornare indietro e di dover portare se stessi da un’altra parte, non solo logisticamente ma anche e soprattutto psicologicamente e caratterialmente; ed infine il mondo del prosecco e del vino ritratti da Fulvio Ervas in “Finché c’è prosecco c’è speranza” (ed. Marcos y Marcos) si è posizionato al quarto posto.
Le 93 schede dei giurati popolari sono state aperte in diretta, tenendo così fede ad uno degli elementi imprescindibili per un romanzo giallo, la suspence. Per la migliore opera straniera (il Paese ospite di questa edizione era la Spagna) è stato premiato “Cella 211” di Francisco Perez Gandul e ha ritirato il premio il traduttore Fabio Cremonesi.
E’ stato poi assegnato il premio “Raffaele Crovi”, per la migliore opera prima in corso, a Claudio Coletta per “Viale del policlinico”.
La serata finale del Premio Azzeccagarbugli 2011 ha avuto come impeccabile e perfetta padrona di casa Alessandra Casella, capace di interagire con i quattro autori finalisti, cogliendo l’aspetto caratteristico dello stile di ognuno di loro, e di invogliare alla lettura, per non dire alla rilettura, dei libri il pubblico presente in sala, dando voce con padronanza agli incipit dei romanzi finalisti. Nel presentare la serata la stessa Casella ha affermato: “Le parole hanno un peso e devono essere pesate nel loro significato. Le parole devono contare e non solo raccontare”. Un’apertura con cui la Casella non ha voluto solo festeggiare il genere giallo e il premio Azzeccagarbugli, ma ha voluto anche incoraggiare a una “resistenza umana”, lontana da colori ideologici e bandiere politiche, a un amore per i libri e per la cultura che non si faccia piegare dai momenti di crisi economica o dalla concomitanza di partite di calcio in televisione (ndr: ieri sera si giocava Serbia-Italia, valevole per la qualificazione agli Europei). Un amore per i libri e per la cultura condiviso da chi a Lecco ha contribuito a far sì che anche quest’anno il Premio Azzeccagarbugli si tenesse nonostante “i venti di guerra”, i tagli imposti da manovra e dall’attuale cronica emergenza economica. Negli interventi di Francesca Bonacina, assessore all’istruzione del Comune di Lecco, di Marco Benedetti, assessore provinciale alla Cultura e alle Tradizioni (che si è personalmente obbligato con la promessa della futura ottava edizione), e di Mario Goretti, presidente dei Giovani di Confindustria, non si è ravvisato solo un supporto “morale” alla cultura, ma un vero e proprio impegno concreto, operativo e sinergico per creare una rete tra Istituzioni, Enti e sponsors privati affinché i progetti e gli eventi di qualità siano portati avanti sul territorio.