LECCO – L’invito era stato lanciato già lo scorso anno dai volontari di Lezioni al Campo: aggiungere un posto a tavola in occasione delle festività natalizie e ospitare nella propria casa, in famiglia, uno o più migranti che si trovano in città, nei centri di accoglienza.
“Un Natale in Famiglia” il nome dell’iniziativa, che come lo scorso anno ha coinvolto (e coinvolgerà nei prossimi giorni di festa) diverse famiglie lecchesi.
Ad aderire all’iniziativa per il secondo anno di fila è stata tra gli altri Agnese Massaro, avvocato e consigliere comunale in quota Pd a Lecco, che per la Vigilia ha ospitato due ragazzi migranti, Morrison e John: “Una bellissima vigilia di condivisione, gioia e sorrisi – ha commentato Massaro sulla sua pagina facebook – grazie a Morrison e John, i due giovanissimi ragazzi migranti ospiti nella nostra città, che, aderendo al progetto di Un Natale in Famiglia organizzato dai volontari di Lezioni al Campo, ci hanno raccontato le loro storie, i loro sogni, i loro desideri per il futuro, pieni di speranza per un mondo migliore”.
Per la famiglia Manzoni, di Garlate, è stata invece la prima esperienza con “Natale in Famiglia”. “Con la mia famiglia abbiamo ospitato il giorno di Natale tre nigeriani che si trovano temporaneamente nella struttura del Bione. E’ stata un’esperienza bellissima – ha commentato Emanuele – c’è stato un momento interessante subito dopo il pranzo: giocando a dama ci siamo accorti che, pur utilizzando le stesse pedine, conoscevamo regole diverse. Naturalmente, senza trattati di pace ne accordi internazionali, abbiamo deciso insieme nuove regole: qualche volta ha vinto la Nigeria, qualche volta l’Italia. Non è stato un dramma!”.
Silvia Colombo, volontaria di Lezioni al Campo, ha condiviso il pranzo di Natale con quattro suoi studenti, Mahamed e Malang dal Senegal, Alain e Yussuf dalla Costa d’Avorio.
La famiglia di Monica per il secondo anno di fila ha condiviso il Natale con Modibou e Omar, entrambi del Gambia: “Sono a Lecco da più di un anno – ha raccontato Monica – uno di loro ha imparato l’italiano e si è integrato abbastanza bene: fa persino parte di una squadra di atletica leggera! Alla cena eravamo in sei: loro due, io, mio marito e i nostri due bambini di sei e otto anni. Abbiamo cucinato due piatti africani per farli sentire a casa – ha continuato – credo che l’accoglienza, la solidarietà e la fratellanza fra i popoli siano fra i valori più importanti da insegnare ai bambini. E non con le parole, ma con i fatti! Quest’anno anche molti nostri amici hanno seguito l’esempio e accoglieranno diversi altri ragazzi”.
Il giorno della Vigilia è stato speciale anche per la famiglia Sacchi e Kabirou e Lass, della Costa D’Avorio: “Avremmo voluto aderire all’iniziativa già lo scorso anno ma lo abbiamo saputo tardi – ha spiegato Alessia – quest’anno un progetto alla scuola Diaz sui campi profughi in Siria e i continui sbarchi di migranti con le conseguenti tragedie ci ha spinto come famiglia a dimostrare che si può fare qualcosa di buono nonostante le tragedie e le difficoltà”.
“Abbiamo scelto il giorno della Vigilia – ha proseguito – e dalle 10 del mattino fino alle 5 del pomeriggio siamo stati insieme. Un caffè in centro, un pranzo insieme, chiacchiere, risate e condivisione di esperienze e tradizioni. Premurosi e giocosi con i bambini, gentili e educatissimi con noi adulti. Sinceramente emozionati, arricchiti, ci hanno fatto un dono grande: condividere il loro tempo e farci sentire sereni, gioiosi, allegri. Abbiamo compreso che ci si può sentire meno soli se si sta insieme anche solo per qualche ora. E abbiamo impararo che sono ragazzi con tante difficoltà ma con fiducia e desiderio di essere sereni, come tutti noi. Uguali anche se diversi. Un piccolo gesto – ha concluso Alessia – che ci ha infuso enorme pace interiore”.