LECCO / MONZA – In migliaia a Monza per Papa Francesco: il pontefice ha fatto il suo ingresso al parco dell’ex autodromo intorno alle 14.45 sfilando tra la folla; si stimano 700 mila persone giunte nel capoluogo brianzolo per la visita di Bergoglio.
Una marea festante di gioia e tra la folla anche tantissimi fedeli partiti in mattinata da Lecco e dagli altri comuni della provincia, in treno o in pullman, tutti diretti a Monza per partecipare alla santa messa che il Papa, dalle 15.30, ha celebrato dal palco allestito nel parco. Lo hanno accompagnato nel rito quaranta vescovi e mille sacerdoti.
“In questi tempi pieni di speculazione si specula su vita, lavoro e famiglia, sui poveri e sui migranti, sui giovani e sul loro futuro. Tutto si riduce a cifre, lasciando nella vita delle persone precarietà e insicurezza”. E’ il monito lanciato dal pontefice durante l’omelia.
“Il ritmo della vita sembra rubarci la gioia, l’impotenza inaridisce l’anima, e mentre tutto accelera per una società migliore non si ha più tempo per la famiglia, per la comunità, per l’amicizia, per la solidarietà e per la memoria” ha proseguito Francesco rivolgendosi alla folla.
“E’ possibile vivere la gioia del vangelo oggi nelle nostre città? – si è chiesto il Papa – E’ possibile la speranza cristiana in questa situazione? Queste domande toccano le nostre identità, la vita delle nostre famiglie, dei nostri figli”.

La speculazione lascia l’uomo nello smarrimento, ma la strada da seguire, ha ricordato Bergoglio, è indicata dal Vangelo : evocare la memoria, “guardando al nostro passato per non dimenticare da dove veniamo, ai nostri avi e a quanto hanno dovuto superare per giungere a dove siamo oggi”, l’appartenenza al popolo di Dio, “che non ha paura di abbracciare confini e frontiere”, e infine credere nella “possibilità dell’impossibile, perché nulla è impossibile a Dio. “Quando crediamo che tutto dipenda da noi, restiamo compressi nelle nostre capacità, se invece ci lasciamo consigliare e ci apriamo alla Grazia, allora ci sembra che anche l’impossibile possa diventare realtà”.

Sabato la visita del pontefice è iniziata a Milano: Bergoglio è atterrato intorno alle 8 a Linate, accolto dal cardinale Scola e dal governatore Maroni e dal sindaco Sala. Il programma della sua visita ha previsto l’incontro con i residenti alle Case Bianche di via Salomone, via Zama e parrocchia di San Galdino, quindi l’Angelus in Piazza Duomo: “La nebbia se n’è andata – ha scherzato il papa rivolgendosi ai fedeli in piazza Duomo – Le cattive lingue dicono che verrà la pioggia, io non la vedo ancora. Grazie tante per il vostro affetto e vi chiedo di pregare per me, perché io possa servire il popolo di Dio e fare la volontà del Signore”.

Poi la visita ai detenuti del carcere di San Vittore, la prima di un pontefice: “Io mi sento a casa con voi – ha detto il papa ai carcerati – ‘Ero carcerato e tu sei venuto a visitarmi’ diceva Gesù. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Io non ho il coraggio di dire a nessuna persona che è in carcere: “Se lo merita”. Perché voi e non io? Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori”.
Dopo la Santa Messa a Monza, Francesco tornerà a Milano dove presso lo Stadio San Siro incontrerà i cresimati, i genitori, madrine, padrini e catechisti.


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