LECCO – “Sarà anche per un deficit di comunicazione, sposato con uno spirito critico ma non disgiunto da tentazioni lamentose, ma sono convinto che l’attività quotidiana e di prospettiva svolta dall’Amministrazione comunale non sia conosciuta o capita fino in fondo dai lecchesi.
I media svolgono il loro ruolo ovviamente, anche se mi permetto di dire che spesso i disagi, i ritardi, le imperfezioni vengono ingigantiti trascinando il lettore in un circuito vizioso che tende a fare, come si suol dire, “di tutta l’erba un fascio”. Sono altresì convinto che la tensione civica, quella seria che avvicina il cittadino alla cosa pubblica, debba essere alimentata da un’azione incisiva e tempestiva su problemi concreti, ancorché non disgiunti da una visione complessiva della città e del suo futuro.
Abbiamo tanta carne al fuoco, un’agenda fitta di impegni che al solo sfogliarla mi fa dire che viviamo in un aperto cantiere. Le prove? Comincio dal tema più classico, quello della manutenzione delle strade: basta guardarsi intorno, abbiamo rifatto il manto, opere complementari e marciapiedi in oltre 60 vie e strade della città, andando ad analizzarle tramite un sistema operativo innovativo quale il “RoadChecker”. Eppure basta che un individuo incontri una buca per dire che la città è un groviera. Così come le cartacce suggeriscono l’idea della città sporca e il pensiero corre alla vicina Svizzera, patria del cioccolato, degli orologi e della pulizia, ma anche della proverbiale freddezza dei suoi abitanti.
Tornando a noi, ricordo elencandole, alcune opere in corso o di prossima realizzazione: nuovo appalto del verde (300mila euro all’anno per tre anni), manutenzione degli edifici di proprietà comunale, riqualifica del Parco Belgiojoso, messa in sicurezza di Villa Ponchielli. Presto mi occuperò con voi in modo più approfondito delle opere di più ampio respiro che vanno dall’ultimo lotto del Tribunale alla sistemazione della scuola media di via Ghislanzoni. E ancora, interventi di carattere statico sulle 21 scuole di proprietà comunale, la messa in sicurezza del monte San Martino. Sul fronte della collaborazione pubblico-privato, stanno per partire il restauro del monumento Caduti e la riqualifica di via Carlo Porta.
Ma nella “macedonia” amministrativa, chiamiamola così, i frutti sono molteplici e colorati perché è bene ribadire come in capo al Comune tocchino competenze sempre più articolate e complesse. La società, specie in quei suoi ambienti più critici, ha mutato il rapporto con le Istituzioni e il tanto vagheggiato rapporto tra pubblico e privato così come il principio della sussidiarietà a volte segnano il passo per carenza di risorse e non solo: io credo fermamente invece che questa impostazione vada ripresa e allargata, come sta avvenendo in occasione degli ultimi due interventi manutentivi citati.
Non si arriva al cuore dei cittadini, soprattutto dei più deboli, solo con l’efficienza e la sensibilità dei servizi sociali, così come non si costruiscono attracchi e alberghi solo annunciandoli o pensando che il Comune possa arrivare dappertutto. A me non piacciono gli appelli generici ai privati, ma ritengo che solo attraverso la condivisione di un progetto, laddove gli interessi generali non neghino quelli particolari (neppure i cani muovo la coda per nulla) si possa davvero trasformare la crisi in una prospettiva di crescita, come suggerisce l’etimologia stessa della parola!”