LECCO – “Non sarò presente alla convention promossa da Appello per Lecco il 5 giugno sulla “grande Lecco”, nonostante sulle prime avrei voluto non sottrarmi alla parata di Sindaci.
La mia non è una diserzione, ma il frutto di una duplice riflessione:
-la prima è relativa al metodo, perché è evidente il rischio di un confronto pletorico e soprattutto non promosso da una istituzione che invece avrebbe potuto ideare una giornata di studi corroborata da esperti.
-il secondo aspetto è di contenuto e a costo di apparire presuntuoso, ricordo di avere alle spalle 4 anni come assessore all’urbanistica, 9 anni come sindaco e una discreta esperienza parlamentare durante la quale non ho mai dimenticato la mia città. Avrei qualche titolo dunque per dire la mia, anche perché il tema della “grande Lecco” affiorò con il sindaco Giuseppe Pogliani che vide la fioritura del nuovo PRG, a firma Rizzini, che aveva la “grande Lecco” tra i cardini urbanistici portanti. Si era appena ereditato il lascito della Lecco delle dismissioni industriali, quelle che in un amen, cancellarono Badoni, Sae, Caleotto.
Non voglio togliere meriti a nessuno, ma perché non riconoscere la cronaca invece di piegarla, come sempre, a ragioni di parte e di partiti?
Ho l’impressione che questo dibattito nasca già pilotato e con tesi note, per cui non vedendo possibili sbocchi oltre quelli di una dialettica soffocata dalla tirannia del tempo, preferisco lasciare spazio a chi ama la vetrina ed ha poche occasioni per mettersi in mostra”.
Lorenzo Bodega