“Cenerentola” non andrà in tribunale: deposizione ‘protetta’

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    La storia è quella di una sedicenne (all’epoca dei fatti, gennaio-marzo 2007, dodicenne) del Burkina Faso che ha raccontato di aver subìto vere e proprie vessazioni dalla matrigna e dal compagno di lei, residenti a Ballabio e anche loro dello stesso paese africano.

    Agli assistenti sociali, la giovane aveva spiegato che la matrigna la costringeva ad alzarsi alle cinque del mattino per lavare i piatti – da qui la definizione di “Cenerentola” per la ragazzina da parte dei medici dell’ospedale di Lecco che l’hanno avuta in cura .

    Oggi udienza e nuovo rinvio, al 7 febbraio 2012, quando verrà ascoltata la presunta vittima davanti al giudice Gianmarco De Vincenzi. La ragazza, ora ospite di una comunità protetta, sarà sentita in ambiente protetto, precisamente nei locali dell’Asl di Lecco dove verrà appositamente allestito un impianto video come prevede la legge.

    In quell’occasione si dovrà valutare l’attendibilità della “Cenerentola” di Ballabio che secondo l’avvocato Caterina Busellu, legale dei due imputati, soffrirebbe di disturbi della personalità precedenti agli episodi contestati. “Sembra tuttora risentire dei traumi emotivi subìti quando ancora viveva nel paese d’origine, dove ha assistito a una sanguinosa guerra civile. Una guerra in cui aveva perso la madre naturale”.