LC-BG. Crepe sui muri e disagi. Residenti esasperati a Chiuso

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LECCO – Impensieriti, stanchi, arrabbiati, esasperati: gli abitanti di Chiuso, che lunedì hanno fatto presente i loro timori e la propria frustrazione nell’incontro con l’amministrazione provinciale,  da anni patiscono la presenza del cantiere della Lecco-Bergamo e sanno che dovranno convivere per ancora chissà quanto tempo con disagi e preoccupazioni.

Disagi, perché l’area dei lavori ha modificato le loro abitudini, insieme ai passaggi pedonali, alla viabilità e per alcuni l’accesso in auto alle proprie abitazioni; preoccupazioni, anche, da quando sui muri di alcune case sono apparse delle crepe. Colpa dei lavori? Sarà probabilmente un perito a stabilirlo, sta di fatto che, come ci raccontano, quei segni alle pareti sono apparsi solo di recente insieme ad una evidente crepatura sull’asfalto di via Don Morazzone.

Non solo: fenditure nel terreno si sono aperte anche in prossimità dei box delle abitazioni, una crepa che scorre parallela all’ingresso delle autorimesse, mentre altre lacerazioni si sono allungate sulle pareti interne dei garage.

“E’ passato quasi un anno ormai da quando è successo– ci spiega Salvatore Brusadelli, residente al civico 87 – abbiamo subito segnalato la situazione all’impresa e subito hanno coperto le spaccature nello spazio antistante al cantiere. Davanti alle nostre case dovremo evidentemente provvedere noi, ma aspettiamo di capire come muoverci prima per ottenere un eventuale rimborso”.

 

Lo stesso vale per le lesioni nascoste da una tenda all’angolo della cucina che Salvatore ci mostra scoprendo il telo. “Sono apparse prima di Natale – dice – quello che ci preoccupa è che ad oggi non hanno ancora iniziato a scavare. Ci hanno detto che si tratta di movimenti di assestamento. Temiamo quello che potrà accadere poi”. E quando chiediamo se avvertivano tremori durante i lavori, Salvatore nega e guarda il cantiere che si para davanti allo sguardo in terrazza, sullo sfondo il lago. “Il panorama non è più bello come in passato – sorride con amarezza – al posto dello scavo, c’era una piazzetta qui, e il passaggio pedonale che portava alla chiesa del Beato Serafino”.

 

Brusadelli non è l’unico ad aver notato crepature nelle pareti di casa, anche altri vicini dello stesso complesso edilizio, che erano le ex Fanfani, hanno visto comparire fenditure nei loro appartamenti. Lo stesso è successo ad Albertina Castagna, classe 1922, che in quella casa ci abita dagli anni ’50, quando le venne assegnata insieme ad altri operai della Metalgraf. “E’ da Pasqua – ricorda Albertina – che in quel cantiere non vediamo più nessuno lavorare”.

 

Lo stesso civico, un’altra via: corso Bergamo, dove i condomini lamentano che il loro giardino condominiale è diventato in parte area di cantiere ed una fossa sul lato confinante col cantiere, dove sono presenti gli allacci idrici, è stata lasciata aperta e transennata. “Se ci fossero dei bambini a giocare qui sarebbe pericolosissimo, senza contare che abbiamo perso almeno cinque posti auto per fare spazio al cantiere”.

 

Per il disagio è stato pagato un rimborso ai residenti, “ma avrebbe dovuto essere una cosa temporanea, qui passano gli anni ed è sempre peggio – ci spiegano – non abbiamo più l’accesso in auto dal lato che dà alla rotonda, dobbiamo arrivare al benzinaio e svoltare, mentre  i nostri ragazzi per raggiungere la fermata del bus devono fare il giro del quartiere, lo stesso noi se dobbiamo raggiungere la farmacia, che sarebbe invece a due passi da casa”.

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