LECCO – Una delegazione di studenti del liceo musicale G.B. Grassi ha partecipato all’Art Music Hack, il primo Hackathon (“Hacker Marathon”) dell’arte e della musica organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
La maratona digitale si è tenuta lunedì 20 e martedì 21 novembre ed è stata promossa dal MIUR per valorizzare la musica e le altre arti, anche nella loro declinazione digitale. L’Hackathon ha coinvolto 9 scuole superiori italiane, selezionate tra tutte quelle che avevano presentato la propria candidatura , tra cui il liceo scientifico G. B. Grassi.
All’appello rivolto dal MIUR il liceo Grassi ha risposto “presente”, inviando un gruppetto di otto studenti accompagnati dal prof. Maurizio Fasoli che sono stati smistati in 8 squadre, alle quali è stato assegnato un tema su cui dare libero sfogo alla loro verve artistica. Al termine dei lavori sono state selezionate 2 squadre vincitrici che, sempre grazie a fondi stanziati dal Ministero, si incontreranno di nuovo per dare concretezza al progetto ideato: la squadra che ha vinto il contest “Musica e territorio” a Matera, capitale della cultura 2018 e i vincitori di “Ponti di musica”, invece, a Milano.
Proprio in questo contesto i giovani lecchesi si sono differenziati tra i loro coetanei: in particolare Stefano Scognamiglio ed Annika Boras che fanno parte delle due squadre risultate vincitrici e avranno la straordinaria occasione di partecipare alla seconda tappa dell’iniziativa, quella dell’attuazione concreta. Il progetto sul quale ha lavorato Annika è un portale per la promozione turistica della nostra penisola, con la possibilità, cliccando sulle varie regioni, di vedere nel dettaglio l’offerta culturale. Stefano invece ha dato il suo contributo all’ideazione di Over-radio, molto più che una semplice radio: sarà in assoluto la prima web radio della scuola italiana, che offrirà un doppio palinsesto, mattutino e pomeridiano.
“Non è facile descrivere a parole la magia di quei giorni, eccitanti ma anche faticosi: abbiamo lavorato fino a notte fonda sul nostro progetto, la stanchezza si è fatta sentire solo al rientro” – commenta la ragazza. “All’inizio non ci conoscevamo, in ogni squadra c’erano 8 ragazzi di diversa provenienza, geografica e scolastica – aggiunge Stefano – c’è voluto poco, però, perché si creasse la giusta alchimia e nascesse un vero gruppo di lavoro”.
Un’ottima opportunità per questi talentuosi studenti che, insieme ai loro compagni di tutta Italia, hanno offerto un bell’esempio di cosa può fare questa generazione troppo spesso sbrigativamente definita “sdraiata”.