La città accoglie Sylvester Jayakody, uno dei fondatori di Les Cultures

Tempo di lettura: 2 minuti
Sylvester Jayakody, Virginio Brivio, Corrado Valsecchi

 

LECCO – E’ venuto in Italia per andare a trovare un amico a Roma che purtroppo non sta bene, ma non poteva non fare tappa a Lecco Sylvester Jayakody, uno dei fondatori di Les Cultures.

Arrivato nel nostro Paese all’inizio degli anni ’90 con l’idea di andare in Canada, si fermò a Lecco dove riuscì a portare anche la sua famiglia. Nel 2007 fu richiamato in patria perché il suo sindacato aveva bisogno di lui e oggi è segretario generale.

Ad accoglierlo l’amico di una vita, l’assessore Corrado Valsecchi, con cui diede vita a Les Cultures: “E’ un uomo dinamico, è stato un grande animatore dell’associazione. Insieme abbiamo fatto tantissime iniziative culturali e cene etniche per far conoscere alla città non solo la cultura ma anche i sapori di queste popolazioni”.

Sylvester Jayakody fu perseguitato nel suo paese dalla polizia, all’epoca delle lotte per i diritti umani: “Le proteste giovanili vennero sedate con la repressione, furono incarcerati oltre 60 mila giovani. Lasciai il mio paese per andare in Canada, invece sono stato accolto in Italia dove ho portato anche la mia famiglia”.

I ricordi si sprecano così come i tanti nomi delle persone con cui ha collaborato: Don Mario Proserpio, Luciano Gualzetti, Ruggero Plebani, Suor Angelica, presente all’incontro: “Anche la Questura e la Polizia mi hanno dato una grossa mano. Lecco è diventata la mia casa”.

Per 17 anni è stato direttore del dormitorio pubblico in via Dell’Isola: “Abbiamo imparato gli uni dagli altri – ricorda il sindaco Virginio Brivio – erano le prime esperienze di accoglienza, è stato un periodo di immigrazione, c’erano molte persone che venivano in Italia attirate dalle prospettive di lavoro. Ci si trovava a gestire nazionalità diverse, è stato faticoso. Oggi, pur con tutti i problemi, c’è un sistema più strutturato. A quei tempi, in pochi mesi, ci fu una vera e propria rivoluzione”.

“Eravamo un gruppetto di 11 persone quando abbiamo dato vita all’associazione – ha concluso Valsecchi – e chi è andato via da Lecco per tornare al proprio paese è entrato nella classe dirigente”.