VENDROGNO – 1937: in via Parrocchiale, nel centro del piccolo paese di Vendrogno (Val Muggiasca) viene aperta da una cinquantina di soci fondatori la Latteria Turnaria. In quegli stessi locali nel luglio 2008 è stato inaugurato il Museo del Latte e della storia della Muggiasca, dal 2010 parte del Sistema Museale della Provincia di Lecco. Gestito da cinque volenterosi volontari dell’associazione Insieme per il Museo di Vendrogno sostenuti dall’amministrazione comunale, questo piccolo gioiello conserva reperti e tradizioni legati alla vita e alla cultura materiale della Muggiasca, con particolare attenzione per l’arte della lavorazione del formaggio, di cui la latteria è stata produttrice fino al 1981, anno di chiusura.
Il museo oggi si sviluppa su tre piani, sette sale in totale, che raccontano la storia di un’arte tradizionale e laboriosa attraverso una ricca raccolta di oggetti e materiali “d’archivio” donati dagli abitanti di Vendrogno e da molti parenti di quegli stessi soci fondatori che lavoravano nella latteria come casari. Cuore del museo sono le sale del pian terreno, allestite con strumenti originali (utilizzati cioè proprio nell’ex latteria) che ricostruiscono fedelmente quelle che erano le diverse fasi di lavorazione del latte per produrre il formaggio.
Con Nereide Buccetti, nipote di uno dei soci fondatori della Latteria Turnaria, abbiamo visitato il Museo e ripercorso le diverse fasi di lavorazione del latte. Nereide in latteria è praticamente cresciuta, prima di trasferirsi a Lecco dove il padre lavorava come vigile urbano “Mio nonno, Carlo Buccetti, era il contabile e dopo la sua morte socia divenne mia madre, Serafina Rusconi, che naturalmente assunse lo stesso ruolo del padre – racconta Nereide – da bambina con le mie sorelle capitava spesso di venire qui in latteria, portavamo i secchi di latte e ci davano il siero di avanzo da portare ai maiali, non si buttava via niente”.
Le diverse fasi di lavorazione del latte sono così raccontate attraverso i rispettivi attrezzi collocati nelle quattro sale del piano terra: la visita comincia all’ingresso del museo, dove il latte appena munto portato dai soci veniva pesato e controllato (per verificarne l’eventuale annacquamento). Quindi si passava al processo di affioramento: il latte filtrato veniva portato nella sala della ghiacciaia, messo nelle ramine (grossi recipienti in rame lasciati nell’acqua fresca di sorgente che sgorgava dalla parete) e lasciato riposare: quando la parte grassa (la panna) del latte affiorava si prelevava per farne il burro mentre il resto veniva utilizzato per fare il formaggio. Nella terza sala le caldaie e la zangola testimoniano la fase della lavorazione: il latte scremato veniva scaldato e unito al caglio (che veniva estratto dallo stomaco dei vitelli), una volta terminata la cottura veniva scolato e messo nelle fascere quindi portato nella sala dell’affioramento dove veniva lasciato stagionare, anche per sei mesi. Il casaro si preoccupava di spazzolare spesso i bordi del formaggio per evitare la formazioni di batteri esterni che avrebbero potuto pregiudicare tutta la stagionatura e costringere a buttare via il prodotto. Le forme di formaggio (quelle richieste) venivano poi marchiate col numero del socio che doveva ritirarlo.
Dietro alle sale che raccontano la storia della lavorazione del latte c’è un grande orgoglio per gli abitanti di Vendrogno: il loro sarebbe infatti l’unico Museo della Provincia di Lecco – e forse di Lombardia – ad avere tutti gli attrezzi, dall’inizio alla fine, utilizzati per la lavorazione del latte. “Tanti musei hanno qualche strumento ma qualcosa manca sempre, noi siamo riusciti a recuperare tutto quanto, grazie alla generosità dei donatori” spiega Neride Buccetti.
Accanto alla storia della lavorazione del latte però il Museo offre anche un interessante scorcio della storia muggiasca, di cui Vendrogno fa orgogliosamente parte. Le sale dedicate sono al secondo piano, con testimonianze della vita femminile dei tempi.
Infine il Museo del Latte di Vendrogno ha fatto gola al museo delle armi di Milano. Il motivo? Un documento originale del 1851, firmato da un barone austriaco e indirizzato allo zio di una zia di Nereide, che consentiva di attraversare le frontiere liberamente. “Questo lasciapassare è stato donato da mia zia, sorella di mio papà – ricorda Nereide – ma in molti si sono presentati offrendosi di comprarlo a cifre notevoli. Tuttavia è un importante ricordo di questo paese e quindi, almeno per adesso, resterà qui al Museo”.
L’ultimo piano dell’ex latteria ospita oggi una bella sala per riunioni ed eventi. “Nel nostro piccolo però siamo fieri del Museo, la cui gestione impeccabile permette ogni anno di portare oltre 500 visitatori di tutte le età a scoprire il paese e una parte importante della sua storia lavorativa” ha concluso Nereide.
Il Museo del Latte e della storia della Muggiasca di Vendrogno si trova in Via Parrocchiale 1. Ecco gli orari di apertura:
– dal 1 maggio al 12 giugno: domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 12
– dal 18 giugno al 4 settembre: sabato dalle 16 alle 18 e domenica dalle 10 alle 12
– dal 10 settembre al 2 ottobre: domenica e festivi dalle 10 alle 12
E’ possibile prenotare visite su appuntamento chiamando il numero 333 3823413 oppure scrivendo a muuvendrogno@gmail.com
L’ingresso è gratuito mentre per le visite su appuntamento è richiesto il contributo di 1 euro.
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