Il Comitato Noi Tutti Migranti in piazza: “Siamo l’Italia che resiste”

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Il presidio del Comitato Noi Tutti Migranti di fronte al Comune

Manifestazioni in tutta Italia, a Lecco duecento persone hanno aderito all’iniziativa contro il Decreto Sicurezza

LECCO – “Siamo l’Italia che resiste, siamo qui per dire che c’è un’Italia che pensa e agisce diversamente, che ha una voce per parlare”. Duecento persone sabato pomeriggio hanno preso parte al presidio “l’Italia che resiste” promosso a Lecco dal Comitato Noi Tutti Migranti. Un’iniziativa che ha visto mobilitarsi oltre trecento piazze italiane, per dire no al Decreto Sicurezza firmato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Decreto ‘sbagliato’

Il presidio si è svolto nel  primo pomeriggio di sabato in Piazza Diaz a Lecco, di fronte al municipio. Ad introdurre le riflessioni è stato Guerino Donegà, portavoce del Comitato Noi Tutti Migranti: “Abbiamo deciso di partecipare a questa manifestazione che si sta svolgendo in tantissime piazze d’Italia perché la riduzione degli sbarchi non ci fa stare tranquilli, nel Mediterraneo i naufragi continuano e chi non riesce ad attraversare il mare rimane nell’inferno dei campi libici. La soluzione non è chiudere i porti e rispedirli ‘a casa loro’, la soluzione è costruire corridori umanitari per aiutarli”.

Guerino Donegà

“Il Decreto Sicurezza è sbagliato – ha continuato Donegà – perché presuppone che in Italia ci sia un problema di sicurezza quando, senza nulla togliere agli episodi di cronaca nera di cui abbiamo notizia tutti i giorni, risulta essere uno dei paesi più sicuri d’Europa. Il Decreto Sicurezza è sbagliato perché mescola immigrazione e sicurezza dei cittadini. Qui oggi facciamo sentire la nostra voce, contrastando le azioni antistoriche del Governo”.

L’assessore Corrado Valsecchi firma l’installazione di Raouf Gharbia

Letture e poesie

Durante il presidio sono state lette diverse testimonianze e poesie da parte dei presenti. Per l’occasione è stata esposta l’installazione dell’artista Raouf Gharbia, creata per l’occasione: un cartellone con appoggiate sopra delle barchette, ognuna recante una parola, che i presenti hanno firmato con un pennarello. Tra i contributi quello dei ragazzi di Lezione al Campo, protagonisti del progetto “La città che c’è” legato al Pon (Programma Operativo Nazionale) e portato avanti da diversi istituti superiori cittadini (Badoni capofila). Per tre giorni una ventina di ragazzi di Lezione al Campo hanno lavorato con due classi del Parini condividendo spazi e tempo. Presente anche l’Anpi con il presidente Enrico Avagnina che ha letto la lettera inoltrata per l’occasione dalla presidente nazionale Carla Nespolo.

Il commento di Don Angelo Cupini

“Le questioni più serie rimangono la rigidità di giudizio e l’ideologia che non tiene conto di cosa stanno vivendo le persone” ha commentato Don Angelo Cupini, della Comunità La Casa sul Pozzo, presente al presidio. “Da ultimo il caso Sea-watch: ben otto paesi europei con milioni di abitanti hanno dovuto dividersi l’accoglienza di 47 anime. Siamo alla follia pura, che si avvicina alla ferocia. Su queste persone viene riversata un’aggressività tremenda: anche questo ci porta qui oggi, in piazza. Non cambieranno le questioni, ma almeno le persone possono prendere coscienza e fare sentire la propria voce. La vita delle persone conta di più e deve contare di più” ha concluso.

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