COMO – Avrebbero dovute essere tutte consegnate alla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale e invece, delle 72 mila mascherine FFP2 importate dalla Cina, 12 mila sarebbero state sottratte dalla destinazione accertata per essere separatamente commercializzate. Una dichiarazione falsa per fruire dello svincolo diretto previsto per l’importazione di dispositivi di protezione individuale destinati al contrasto della diffusione del virus COVID 19.
Per questo è ora indagato e agli arresti domiciliari l’amministratore della Eclettica S.r.l.s., società con sede legale in Turbigo, nel comasco.
L’indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica e affidata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como che ieri ha dato esecuzione dell’ordinanza di misura cautelare.
Secondo quanto scritto in una nota dalla Procura, la dichiarazione di svincolo era stata inviata a mezzo e-mail in data 8 aprile all’Agenzia delle Dogane e Monopoli presso l’Aeroporto di Malpensa e il documento attestava che dette mascherine erano destinate ad essere consegnate tutte, quale unico destinatario finale della merce, alla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale- F.I.M.M.G.
“Mentre 12.000 di queste si è accertato essere state sottratte dalla destinazione accertata per essere separatamente commercializzate, in base ad una decisione adottata dall’indagato prima della ricezione della merce” scrive la Procura. L’attestazione avrebbe indotto in errore la Dogana presso l’aeroporto di Milano Malpensa “in ordine – scrive la Procura – alla sussistenza dei presupposti legittimanti lo svincolo diretto della merce e alla assenza dei presupposti legittimanti la segnalazione dell’operazione al Commissario Straordinario ai fini della requisizione del materiale”.
In base a quanto accertato dalla Guardia di Finanza, attraverso attività di intercettazione e pedinamento, le 72 scatole, contenenti 1.000 mascherine ciascuna sono arrivate presso l’aeroporto di Malpensa, provenienti dall’aeroporto di Guangzhou (Repubblica Popolare Cinese), scortate dal documento accompagnatorio che riportava quale unico destinatario la Federazione dei Medici.
“A seguito dello svincolo della merce – spiega la Procura – le 72.000 mascherine venivano caricate a bordo di un autocarro. Diecimila di queste venivano scaricate in un capannone di Turbigo. A seguito di ulteriori controlli si accertava che tra le restanti 62.000 mascherine destinate alla F.I.M.M.G, 2000 erano destinate ad una diversa società avente ad oggetto l’ideazione di campagne pubblicitarie”.
Le indagini hanno accertato che l’indagato aveva effettuato, utilizzando analoghe attestazioni, “una ulteriore importazione di 550.000 mascherine, 500.000 di queste destinate ad una società municipalizzata e le restanti 50.000 a separata commercializzazione con conseguente evasione dell’IVA e dazi dovuti per l’importazione” e “aveva assunto impegni a rifornire una fornitura di dispositivi di protezione individuale e medici ad un Ente di diritto pubblico che svolge funzioni di centrale di committenza per conto della Regione Lombardia e che aveva più volte sollecitato l’adempimento di tale fornitura”.