GALLARATE – La Polizia di Stato di Varese coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio e dalla Procura per i Minorenni di Milano ha identificato ed indagato complessivamente trenta soggetti ritenuti responsabili della maxi rissa avvenuta a gennaio nel centro cittadino di Gallarate nel pomeriggio dell’8 gennaio scorso.
In particolare, nella mattinata odierna, all’esito di quanto raccolto nel corso delle indagini, 70 agenti della Squadra Mobile di Varese e del Commissariato di Gallarate hanno dato esecuzione alle misure cautelari emesse dal GIP di Busto Arsizio su richiesta della Procura di Busto Arsizio a carico di 2 maggiorenni italiani e dal GIP per i Minorenni di Milano su richiesta della Procura per i Minori di Milano a carico di 15 soggetti.
Inoltre, il Questore della provincia di Varese, tramite la locale Divisione Polizia Anticrimine, ha notificato a 26 dei trenta soggetti indagati gli atti procedurali tesi all’emissione di provvedimenti di prevenzione noti come “Daspo Willy”, previsto dal D.L. 130/2020, che ha inasprito il regime sanzionatorio del delitto di rissa, dando facoltà al Questore di estendere i poteri di applicazione del Daspo Urbano nei confronti di tutti i partecipanti alla rissa, per il solo fatto della partecipazione.
I “daspati” avranno il divieto di accesso ai locali e agli esercizi pubblici situati nella zona del centro della città di Gallarate, teatro del grave episodio di rissa avvenuto nelle prime ore pomeridiane dell’8 gennaio e che ha generato un forte allarme sociale. Saranno per loro preclusi gli accessi a ristoranti, pasticcerie, gelaterie, bar ed esercizi similari, sale da ballo, sale da gioco e locali notturni proprio al fine di prevenire che, dalle loro condotte, possa derivare pericolo per la sicurezza pubblica.
La violazione al provvedimento comporta la reclusione da 6 mesi a 2 anni e la multa da 8.000 a 20.000 euro.
Fra i giovani indagati, alcuni dei quali addirittura minori di anni 14 e per la legge non imputabili per i reati commessi, sono state accertate responsabilità per diverse e rilevanti fattispecie delittuose come la rissa aggravata, le lesioni personali, il favoreggiamento ed il porto di armi ed oggetti atti ad offendere.
L’indagine ha consentito di comprendere che la rissa è stata organizzata da due opposte fazioni, composte da soggetti di Varese e Malnate contro soggetti di Cassano Magnago e Gallarate, al fine di “regolare i conti” a seguito di una precedente rissa avvenuta solo pochi giorni prima a Cassano Magnago.
Tale ultimo evento, spiega la Polizia, aveva visto contrapposti due soggetti (di origine centro-africana e libanese) provenienti da Malnate e una ventina di soggetti (prevalentemente di origine albanese) di Cassano Magnago, che si erano affrontati per futili motivi.