Scomparso a 93 anni l’imprenditore Alessandro Arcioni di Mandello
Fondatore della Torcitura Serica Arcioni, “fino all’ultimo è stato un riferimento per l’azienda”.
MANDELLO – Nel 2023 avrebbe tagliato il traguardo dei 70 anni di lavoro, la gran parte vissuti tra i reparti della storica fabbrica di Mandello, specializzata nella lavorazione della seta, che dagli anni Ottanta porta il suo nome: Alessandro Arcioni, imprenditore e fondatore della Torcitura Serica Arcioni, si è spento all’età di 93 anni.
Originario di Piazza Santo Stefano, frazione di Cernobbio, si era trasferito a Mandello nel 1953 e nel paese della sponda lecchese del Lario ha conosciuto la moglie Nadia e ha iniziato a lavorare come responsabile in quella che sarebbe diventata, in futuro, la sua azienda. Allora era la ‘Torcitura Panizza’ e aveva alle spalle una storia iniziata nel 1887.
Una lunga tradizione quella della torcitura mandellese che Arcioni volle proseguire quando, alla morte degli eredi, decise di acquisire il fabbricato di via al Campo Sportivo e di continuarne l’attività.
“Nonostante l’età, non ha mai smesso di essere presente in azienda – racconta il figlio Sergio, esponente della Confindustria nazionale e al timone della fabbrica di famiglia insieme ai fratelli Roberto e Luciana – solo lo scorso anno, vista la situazione legata al Covid, ha cercato di esporsi meno, altrimenti tutti i giorni avrebbe fatto il suo giro in produzione a cui alternava la lettura dei giornali. Era ancora oggi un punto di riferimento importante, nelle scelte sapeva dare il giusto consiglio perché aveva una grande capacità di visione”.
“E questo – aggiunge Sergio Arcioni – pur capendo che il mondo da lui conosciuto era ormai cambiato”.
L’importanza della parola data
“Papà nel lavoro metteva al primo posto le relazioni umane, di quelle che passano da una stretta di mano e dal valore della parola data – lo ricorda il figlio Sergio – con il venir meno dei rapporti interpersonali nel mondo lavorativo, lui ne ha preso atto: ‘Non è il mondo nel quale sono cresciuto’ diceva”.
“Mi raccontava spesso di quella volta, a Como, quando siglò un contratto con un suo cliente incontrato per strada – continua Sergio – la premessa è che papà non amava tanto spostarsi in auto quanto invece amava muoversi a piedi, oltre che essere un grande appassionato di montagna. Quel giorno, riuscì a chiudere il contratto e addirittura raddoppiarlo nel tragitto di ritorno. Quando il prezzo della seta salì, e la commessa perse di convenienza, avrebbe potuto per legge rivedere il contratto. ‘Non se ne parla nemmeno’ disse. ‘Ho dato la mia parola’. Sono insegnamenti che da figli abbiamo cercato di fare nostri come il suo stile, sempre di grande educazione e rispetto, con il quale si rapportava alle collaboratrici che per anni hanno lavorato nella nostra azienda”.
Tante di loro hanno voluto porgere l’ultimo saluto all’imprenditore scomparso e una piccola processione di persone, venute a rendergli omaggio, si è creata all’ingresso della camera ardente, allestita nel suo ufficio.
I funerali di Alessandro Arcioni si svolgeranno domani, mercoledì, alle ore 15.30 alla chiesa di San Lorenzo di Mandello.