Il dibattito sul DDL Zan contro l’omofobia e la posizione della Chiesa. Cosa ne pensano i politici lecchesi
Il sindaco: “La sordità della politica nel correggere alcune criticità ha costretto il Vaticano a intervenire”. La destra: “Discriminato oggi è chi dissente”
LECCO – A livello nazionale, dibattito è caldo ma a Lecco il tema aveva già ‘scaldato’ lo scorso fine settimana con il primo Pride celebrato in città, durante il quale è stata ribadita l’importanza del disegno di legge Zan nel contrasto all’omofobia (l’articolo).
Una manifestazione molto partecipata quella in piazza Garibaldi alla quale si era contrapposto un presidio degli ultracattolici dei ‘Pro Vita e Famiglia‘ che, al contrario, definisce quel disegno di legge come un attacco alla libertà di espressione.
Ora, la posizione espressa apertamente dal Vaticano, che ha chiesto al Governo di intervenire con delle modifiche al disegno di legge, ha dato un deciso scossone alla discussione politica. Più facile a destra rafforzare posizioni già espresse, meno per la sinistra e per la sua componente cattolica che riflette sull’intervento pubblico della Santa Sede.
Il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, intervenuto sabato al palco del Pride, torna a dire che, “come era scritto nel programma elettorale (vedi qui) e ribadito nelle linee di mandato, la Lecco che ci impegniamo a costruire è a fianco delle diversità. Le diversità sono una ricchezza e come tali vanno considerate: per una città che riconosca i diritti fondamentali di tutti e che non discrimini nessuno sulla base di etnia, religione, orientamento sessuale o identità di genere”.
Gattinoni conferma che il Comune di Lecco sottoscriverà la propria partecipazione alla rete RE.A.DY “impegnandosi a contrastare e superare le discriminazioni come previsto dalla Costituzione e dal Diritto comunitario e internazionale. E non è una novità – dice – già durante la campagna elettorale, infatti, la nostra coalizione ha pubblicamente preso questo impegno, che sarà mantenuto nei fatti. Così come non era una novità la volontà di patrocinare il Lecco Pride: il patrocinio del Comune di Lecco era stato concesso già dalla precedente Amministrazione. Noi abbiamo convintamente rinnovato questa decisione”.
Per quanto riguarda il Ddl Zan e la nota del Vaticano, spiega Gattinoni, “esiste la necessità di una norma e il Parlamento si sta giustamente adoperando. Spiace, però, constatare che l’assoluta sordità della politica nel correggere alcune sue criticità abbia costretto l’intervento, in maniera tardiva e irrituale, del Vaticano. Spero, pertanto, che sia ora possibile apportare miglioramenti a una norma necessaria”.
“Serve la più ampia condivisione”
Francesca Bonacina del PD, già vicesindaco e attuale presidente del Consiglio, auspica che una maggiore condivisione del provvedimento: “Il disegno di legge deve andare avanti, è un passo importante per il Paese – ci spiega a titolo personale – è figlio di temi molto particolari che toccano la dimensione affettiva, sociale ma anche esistenziale, quest’ultima non certo esclusiva ma sicuramente centrale per la religione. Non credo che il problema sia sui contenuti, quanto invece sulla necessità di rassicurazioni, di superamento di certi timori. Io auspico un dialogo e che il provvedimento possa avere la base più ampia possibile di sostegno, affinché sia condivisa pienamente da tutti”.
Tra le fila della maggioranza anche Matteo Ripamonti, consigliere di Fattore Lecco e volto della Caritas decanale, è convinto che i nodi sul provvedimento possano essere superati: “Il disegno di legge ha dei contenuti positivi e assolutamente condivisibili per la lotta ad ogni tipo di discriminazione ed è un fatto positivo. Io credo il dibattito sia dovuto alla necessità di rendere più chiari determinati passaggi del testo affinché non possano essere alimentate incomprensioni”.
Sul tema, una nota è stata diffusa dalla segreteria del PD di Lecco che si è detto “contrario a tutte le discriminazioni, comprese quelle sull’orientamento sessuale, perché costituiscono una violazione della dignità umana. La legge dello Stato deve intervenire a tutelare la libertà di tutti, soprattutto delle minoranze. Il ddl Zan introduce norme a difesa della libertà e della dignità delle persone, già previste peraltro nel Codice penale per situazioni analoghe, va quindi in una direzione utile e positiva e per questo va approvata quanto prima perché in ballo ci sono i diritti delle persone e il contrasto all’odio e alla violenza”.
“Il PD Città di Lecco sostiene convintamente gli obiettivi di questa legge che, come ricordato dal Segretario nazionale Enrico Letta, il Partito Democratico ha fortemente voluto e conferma l’impegno a farla approvare – aggiungono – Finalmente è stato deciso che nel mese di luglio il testo, già approvato dalla Camera, verrà sottoposto all’esame del Senato. Quella è la sede in cui potranno essere esaminate eventuali proposte puntuali e migliorative così da sincronizzare le lancette della politica con quelle della società civile, che sul tema dei diritti civili e del contrasto alle discriminazioni si è dimostrata molto più avanzata rispetto alle frange più conservatrici del nostro Paese che sono presenti anche in Parlamento”.
“Sottolineiamo, ad esempio – aggiungono – che il venir meno della libertà di espressione paventata da queste realtà non è inficiata dal ddl Zan, anzi: l’articolo 4 tutela espressamente il pluralismo delle idee e la libertà delle scelte, a patto che non portino ad atti discriminatori o violenti. Chi sostiene che il ddl Zan è una legge liberticida deve spiegare il perché, con riferimento al testo della proposta di legge e non alle sottolineature ideologiche e preconcette presenti nel dibattito”.
L’area più a sinistra della coalizione non ha indugi: “Libera Chiesa in libero Stato è il mio slogan preferito oggi – dice Alberto Anghileri di Cambia Lecco – la Chiesa può dire quello che vuole, mi auguro che il Parlamento dica una cosa diversa. Spero che si arrivi in fretta ad approvare questa legge”
Centrodestra contro. Boscagli: “Il sindaco ha tradito i cattolici”
“Lo diciamo da sempre, il DDL Zan non tutela le minoranze, non difende i deboli, non evita le discriminazioni – dice Filippo Boscagli, consigliere comunale di Lecco Ideale – Il DDL Zan inserisce invece logiche del Diritto Penale, mutuate da quelle di apologia di fascismo, per sostenere attivamente politiche di sostegno ad una visione del mondo, della famiglia e della persona esclusivamente basata sugli stili di vita dei militanti LGBT”.
“Questa operazione avviene punendo il dissenso (art. 4) e limitando la libertà di educazione (art. 7). La mossa del Vaticano sostiene un ultimo sacrosanto diritto delle famiglie italiane, associazioni e scuole di poter ancora educare ed affrontare temi sensibili senza passare per le aule di tribunale, come sta drammaticamente avvenendo in tutti gli stati che hanno approvato simili testi – aggiunge Boscagli – La Santa Sede ha semplicemente difeso, secondo i termini delle nostre leggi e trattati, la laicità dello Stato dall’imposizione di una confessione di segno intollerante e laicista”.
“Ma è ancora possibile dissentire liberamente sul DDL Zan? Oggi chi non è d’accordo è dipinto come la strega omofoba, intollerante, da zittire o insultare via social. In questo contesto non posso che essere sorpreso non solo per la presenza, ma per la serie di clamorose banalità dette dal sindaco al Pride di Lecco o per l’idea di iscrivere Lecco alla rete dei comuni militanti LGBT – conclude Boscagli – Davvero una delusione, oltre che un evidente tradimento politico di quanto lo stesso Sindaco aveva promesso nella sua campagna elettorale, condita di lettere e firme che lo dipingevano come unico lume tutelare di una presenza cattolica che a Lecco è sempre stata importante”.
Per la Lega “la presa di posizione del Vaticano ce la si poteva aspettare – dice Cinzia Bettega, capogruppo del Carroccio in Comune – Noi crediamo che ognuno nella propria vita personale sia libero di fare le proprie scelte, ma questo progetto di legge è stato presentato come un ‘aut aut’ con evidente carenze di chiarezza in determinati passaggi, che lascerebbero troppo alla discrezionalità del giudice nel trattare singoli casi”.
Rincara la dose Giacomo Zamperini: “Tutti siamo contro le discriminazioni, ci ha fatto stupore vedere il Comune di lecco patrocinare l’evento in piazza con un contributo di 260 euro e con la concessione gratuita del palco dove c’era la scritto ‘sì al ddl Zan’. Condividiamo assolutamente la posizione del Vaticano. Il paradosso, oggi, è che rischia di essere discriminato e tacciato di omofobia chi non si adegua alla moda del momento, alla dittatura del politicamente corretto, quella di Fedez e delle big tech che lo sponsorizzano, come Amazon. Quella che predica tolleranza ma solo quando si è tutti d’accordo con loro”.
“La proposta al sindaco Gattinoni – aggiunge Zamperini – anziché sponsorizzare fumose ed ideologiche reti LGBT o antifasciste, è quella di aderire alla campagna di Aiuto alla Chiesa che Soffre, illuminando di rosso un qualunque monumento della città e ‘accendere’ così l’attenzione sul martirio di 260 milioni di cristiani perseguitati nel mondo, come attesta l’ultimo rapporto di Open Doors. Questi si, sarebbe un gesto davvero rivoluzionario, coraggioso e controcorrente”.