La nuova amministrazione “boccia” l’ex sede del Politecnico per il nuovo municipio e la rimetterà in vendita
“Intervento costoso e spazi insufficienti, costringerebbe a mantenere anche Palazzo Bovara che necessità di ristrutturazione”
LECCO – Nell’arco di un anno avrebbe potuto ospitare gli uffici del nuovo municipio di Lecco e invece l’immobile di via Marco d’Oggiono, in passato sede del Politecnico, potrebbe presto essere messo in vendita: l’amministrazione di Mauro Gattinoni ha infatti rivalutato il percorso iniziato dal suo predecessore Virginio Brivio, giudicandolo troppo oneroso e non rispondente alle necessità del Comune.
“La giunta precedente si era espressa sull’indifferibilità di trovare una soluzione rispetto all’attuale sede, per i deficit strutturali ben conosciuti di Palazzo Bovara, una prospettiva risolutiva è sicuramente indispensabile” ha rimarcato Gattinoni intervenendo alla commissione di lunedì sera con i consiglieri comunali.
Lo stabile di via Marco d’Oggiono, acquistato da Regione Lombardia per 5,7 milioni di euro, avrebbe dovuto superare le attuale difficoltà degli uffici. L’intervento di sistemazione dell’immobile è stimato in quasi 19 milioni di euro.
“L’attuale amministrazione ha fatto un approfondimento – ha spiegato Gattinoni – che ha portato ad una riconsiderazione di questa ipotesi, per due ordini di motivi: la parzialità di quella soluzione dal punto di vista tecnico, perché gli spazi disponibili non sarebbero sufficienti per i nostri lavoratori e per i servizi all’utenza, e dal punto di vista economico, perché comporterebbe il mantenimento di Palazzo Bovara che avrebbe dei costi aggiuntivi non banali per la sua ristrutturazione. Ai 19 milioni di aggiungerebbero altri 6-7 milioni di Palazzo Bovara, per un valore complessivo di 25-27 milioni di euro”.
Tre criticità su via Marco d’Oggiono
La soluzione Politecnico “presenta delle criticità – ha confermato l’assessore al Bilancio, Roberto Pietrobelli – L’intervento di ristrutturazione era stato solo parzialmente finanziato per 10,7 milioni di euro, con il secondo lotto arriveremo ad oltre 18 milioni di euro”.
La seconda criticità, ha spiegato Pietrobelli, riguarderebbe il seminterrato dello stabile di via Marco d’Oggiono, dove troverebbe spazio la Polizia Locale e alcuni uffici fino a 70 dipendenti, dove gli ambienti non disporrebbero di rapporti aeroilluminanti minimi per l’insufficiente estensione delle finestre.
La “terza criticità”, ha proseguito l’assessore, riguarda le postazioni di lavoro totali che “nello studio di fattibilità ne erano richieste 299” e invece quelle “stimate nelle piantine sono 260” a fronte però di oltre 300 lavoratori comunali e questo costringerebbe a mantenere anche lo stabile di via Sassi e l’attuale municipio per il quale, ha detto Pietrobelli, “manca un piano di gestione e questa è la problematica più grande di tutte” perché Palazzo Bovara necessita di lavori di ristrutturazione ed efficientamento, il suo mantenimento oggi costa un milione di euro all’anno.
Si metterà in vendita
“Tutto questo – ha detto il sindaco Gattinoni – ci ha suggerito la necessità di trovare una strada alternativa, un percorso che non sarà semplice o immediato. Il 2 novembre rappresenta solo la prima tappa”.
In quella data il Consiglio comunale voterà il nuovo piano di alienazioni nel quale sarà inserita la messa in vendita di via Marco d’Oggiono a 6,2 milioni di euro, una cifra che comprende il prezzo a cui era stato acquistato (5,7 milioni di euro) più le spese già affrontate per progettazioni, analisi preliminare e verifica di staticità e sottosuolo.
L’ex politecnico, se il Consiglio comunale approverà l’operazione, tornerà dunque in vendita e la sua destinazione d’uso, ha fatto sapere l’assessore ai Lavori Pubblici Maria Sacchi, sarà cambiata rispetto a quella di servizi amministrativi-istituzionali, “per darne una migliore valorizzazione sul mercato”.
Sarà invece escluso dall’elenco l’immobile di via Sassi che ospita la Polizia Locale e alcuni uffici amministrativi, la cui alienazione (per 3,5 milioni) sarebbe servita a finanziare i lavori nell’ex sede universitaria.
Undici milioni per “comprare” il nuovo municipio
A quel punto sarà aperto un avviso esplorativo per 30 giorni sul mercato per trovare spazi alternativi e idonei ad ospitare il municipio. Si punta ad un immobile abbastanza grande da ospitare tutti gli uffici e funzioni comunali in unica sede.
Il nome non è mai stato citato esplicitamente da sindaco e giunta durante la seduta ma l’ipotesi emersa negli ultimi giorni è che una delle alternative più valide possa essere trovata nell’edificio dell’allora Banca Popolare di Lecco ed ex Deutsche Bank in piazza Garibaldi, immobile di pregio e sgombero da anni.
La procedura pubblica del Comune è però aperta a tutti gli enti e i privati interessati e da più parti, dirigenza compresa, è stata evidenziata la sconvenienza di trarre conclusioni affrettate, seppur dall’opposizione abbiano fatto notare che siano stati esponenti di partiti della maggioranza ad esprimersi proprio su questa ipotesi, attraverso la stampa.
Il Comune metterebbe sul piatto fino a 11 milioni di euro, con l’accensione di un prestito, per effettuare il futuro acquisto. Soldi che non sarebbero sottratti ad altre opere: “Tutte quelle previste, dal nuovo lungolago alla riqualificazione di Villa Manzoni e della Piccola, saranno comunque garantite” ha assicurato Pietrobelli.
Una condizione favorevole per l’investimento, ha sottolineato il sindaco, deriverebbe anche dalla possibilità, da un lato, di fondi per la rigenerazione urbana in favore del privato che potrebbero rendere appetibile sul mercato l’ex sede del Politecnico, e dall’altro le risorse del Pnrr che il Comune punta ad intercettare.
“A fronte di un intervento in via Marco d’Oggiono che sfiora i 19 milioni di euro e che non è comunque risolutivo, perché necessiterebbe di altri 6 milioni per Palazzo Bovara – ha concluso Gattinoni – è doveroso pensare ad un’alternativa”.
Dall’opposizione non sono mancate perplessità sull’operazione, sulle modalità e sui tempi, giudicati troppo stretti, con cui la maggioranza intende chiudere la partita. A più voci è stato invocato un approfondimento, cifre alla mano, prima di arrivare al voto dell’aula.