Oggi c’è un solo hub aperto a Lecco e la terza dose da somministrare
Potrebbero servire ulteriori linee vaccinali ed anche il Palataurus non è scontato
LECCO – Con l’estensione della terza dose anche ai quarantenni e cinquantenni, torna nel vivo, di fatto, la campagna vaccinale contro il Covid e i numeri di questo ‘terzo tempo’ non sono poca cosa: secondo i dati Istat, in provincia di Lecco sono oltre 186 mila le persone con più di 40 anni, compresi gli over 60 per i quali sono già iniziate le somministrazioni della dose “booster”, mentre sono poco più di 84 mila i cittadini che hanno tra i 40 e i 59 anni che da giovedì hanno cominciato a prenotarsi per la nuova somministrazione di vaccino.
A loro si sommano gli operatori sanitari e sociosanitari, gli insegnanti e altre categorie anche di fasce d’età inferiori che prima di altre hanno ricevuto il vaccino contro il Covid e alle quali presto ‘scadranno’ i sei mesi di copertura immunitaria dal virus.
Il picco delle vaccinazioni è previsto tra gennaio e febbraio ma a differenza della scorsa primavera, quando iniziava la campagna vaccinale massiva, non sono più operativi tutti i centri vaccinali che erano attivi fino a qualche mese fa: durante l’estate ha chiuso il centro vaccinale di Barzio in Valsassina e a fine ottobre è stata la volta del polo per l’area del meratese, allestito all’azienda Technoprobe di Cernusco.
Resta un unico ‘hub’, quello del Palataurus a Lecco la cui convenzione con l’azienda ospedaliera scade però a fine anno. Se la proprietà si è detta disposta a proseguire per ulteriori mesi (vedi articolo precedente) non è detto che si possa giungere ad un accordo economico tra le parti. Del resto, si attendono nuove risorse dalla Regione che a questo punto dovrebbe rifinanziare la spesa per l’utilizzo del palazzetto (ad oggi costato circa 160 mila euro).
Una scelta, quella di mettere ulteriori fondi, non scontata visto che la stessa Regione proprio ieri, venerdì, ha pubblicato un avviso per la ricerca di spazi gratuiti sul territorio lombardo destinati all’apertura di nuovi centri vaccinali. “Le aree e le infrastrutture dovranno essere concessa in uso a titolo gratuito per la durata della campagna vaccinale per la somministrazione della terza dose, prevedibile per un periodo stimato in 6 mesi dalla data di entrata in funzione dei singoli centri vaccinali di prossimità” si legge nel documento.
E’ possibile che serva dunque un’alternativa al Palataurus ed anche il Comune sarebbe impegnato in una ricerca, che non apparirebbe così facile, di nuovi spazi in città guardando ai propri immobili.
A Merate intanto si è iniziato a vaccinare nell’ex Poliambulatorio (vedi l’articolo), accanto all’ospedale Mandic, ma una sola linea vaccinale sicuramente non sarà sufficiente a supplire le necessità di quell’area, dove prima era attivo l’hub di Cernusco.
C’è chi rimpiange i poli vaccinali “diffusi” che erano stati aperti in diversi comuni nella prima fase di campagna vaccinale, spesso utilizzando le palestre delle scuole, ora tornate in utilizzo agli istituti scolastici.
Un ruolo, soprattutto in provincia, lo giocheranno le farmacie: sono solo una decina al momento quelle che hanno aderito al programma di vaccinazione contro il Covid (una partecipazione scarsa per le difficoltà, che Federfarma ci aveva raccontato, dei singoli farmacisti nell’adeguarsi al protocollo richiesto) ma in alcune zone del lecchese potrebbero diventare dei punti di riferimento per i cittadini, come sul lago e in Valsassina.