LECCO – Il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco Mauro Lovisari attraverso una missiva vuole fare chiarezza sul caso Villa Eremo e “sciogliere qualche dubbio”, come lo stesso Lovisari scrive, al signor Alberto Panzeri il quale ha sollevato la questione scrivendo al nostro giornale (vedi lettera). Di seguito la risposta integrale del Direttore Generale.
“Leggo, sull’edizione online del 5 giugno di Lecconotizie.com, la lettera di un suo utente da voi titolata “Villa Eremo: perché l’hanno abbandonata?”. Vediamo di fare un po’ di chiarezza e di sciogliere qualche dubbio del Signor Alberto Panzeri.
Intanto non ha senso parlare di “alienazione di Villa Eremo” da parte dell’Azienda Ospedaliera perché l’immobile non è nostro, ma del Comune di Lecco, che lo dovrebbe cedere gratuitamente all’Azienda Ospedaliera in forza di un accordo complessivo raggiunto all’epoca dei concambi sull’area del vecchio Ospedale di Via Ghislanzoni.
Vale la pena ricordare che la Sovraintendenza alle Belle Arti , dopo una verifica e un sopralluogo alla fine dello scorso anno, ha impegnato il proprietario (dopo l’imminente rogito sarà l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco) a provvedere con estrema celerità a mettere in sicurezza la Villa, che sta cadendo a pezzi.
Il Signor Panzeri dice che l’Azienda Ospedaliera doveva agire prima: perché fino ad ora, scrive, la Villa “non è stata restaurata dallo stesso Ospedale lasciando andare questo bene letteralmente in malora?”
L’ho richiamato prima: l’Azienda Ospedaliera non poteva intervenire prima, in quanto non legittimata ad intervenire su un bene non suo.
Lovisari, scrive sempre il Signor Panzeri, auspica con “leggerezza” un utilizzo della Villa a fini istituzionali e di ricerca scientifica.
Perché con “leggerezza”? L ’Azienda Ospedaliera auspica un utilizzo ai fini scientifici perché questa è la destinazione d’uso della Villa e difficilmente il Comune di Lecco, e la Sovrintendenza, concederebbe una deroga a tale uso.
Nella lettera il suo lettore paventa per Villa Eremo un rischio di speculazione edilizia: ma la Villa non è un immobile “appetibile per fini edificativi” proprio per la ragione di cui sopra.
Infine: l’Azienda Ospedaliera ha eseguito “spese faraoniche” con “scarsa lungimiranza, come la Cardiochirurgia, costata 20 milioni di euro”.
Qui, davvero, è una gara a chi la spara più grossa. Intanto non è vero che la Cardiochirurgia è costata una cifra faraonica. Abbiamo investito il necessario per dare una risposta altamente di qualità (con un tasso di mortalità post operatorio , fra l’altro, più basso della Lombardia) ai cittadini della Provincia di Lecco e stiamo raggiungendo i 500 casi l’anno, che ci collocano fra le cinque Cardiochirurgie di punta della Regione.
Mi permetta, egregio Direttore, una chiusa finale. In Italia abbiamo il vizio di fare tutti l’allenatore della Nazionale di calcio, anche se non conosciamo né la storia, né le regole del gioco.
La verità è che gli uomini si dividono in due categorie: quelli che parlano e quelli che fanno, ovvero in quelli che “Ti dico io quello che si dovrebbe fare” e quelli che “Troviamo un punto d’accordo per fare e risolvere”.
Io, modestamente, credo di appartenere a questi ultimi e, con la collaborazione decisiva del Sindaco Virginio Brivio, si sta cercando una soluzione per uscire dal pantano dell’immobilismo e rispondere in senso positivo alla Sovrintendenza alle Belle Arti: mettere in sicurezza Villa Eremo, restaurarla anche con la collaborazione del privato, mantenere la destinazione a fini di ricerca ed insegnamento in campo sanitario, visto che il bene fa quasi corpo unico con l’Ospedale Manzoni.
Grazie dell’opportunità”.
Dr. Mauro Lovisari
(Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco)