Le difficoltà scolastiche possono nascondere un problema più profondo nell’adolescente
Il dott. Andrea Borsetto (In Salus): “Ansia eccessiva e calo di rendimento, scontrosità con i genitori e isolamento sociale possono essere manifestazioni del disagio dovuto al cambiamento”
LECCO – L’adolescenza è l’età del cambiamento; segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, è l’età di mezzo caratterizzata dalla trasformazione. L’adolescente non è più un bambino e non è ancora un adulto, questo duplice movimento costituisce l’essenza stessa del processo psichico che ogni adolescente attraversa. I cambiamenti che caratterizzano l’adolescenza sono fisici, cognitivi, emotivi, sociali e possono causare una fase di disequilibrio in cui tutto viene messo in discussione.
Questa delicata fase evolutiva chiede una crescente attenzione da parte del mondo degli adulti: genitori, insegnanti, allenatori, parenti… Dietro ai sintomi più o meno manifesti c’è anche una grande necessità per l’adolescente di conoscere e capire, di trovare la verità: Chi sono? Cosa voglio diventare? Quale sarà il mio posto nel mondo e nella società? Cosa si aspettano gli altri da me? Chi mi amerà davvero? Ne parliamo con il dott. Andrea Borsetto, psicologo e psicoterapeuta, tra gli specialisti del centro In Salus di Lecco
“L’adolescenza è un processo evolutivo che non riguarda solo i ragazzi, ma l’intera famiglia. Spesso, infatti, i genitori dicono: ‘…Non lo riconosco più… non so cosa gli stia succedendo…’. Questo processo non lascia indifferenti le persone che circondano l’adolescente, specialmente i genitori, anzi, li coinvolge direttamente chiedendo loro lo sforzo di rivedere il proprio ruolo e quello del proprio figlio in funzione delle nuove esigenze legate alla crescita e alla maturazione. Il compito più grande di un adolescente è la crescita. Un ragazzo, tra sé e sé, si chiede se ha quello che ci vuole per essere grande; saper di poter crescere è la misura dell’autostima in adolescenza”.
Proprio per la complessità di questa delicata fase evolutiva, non è raro che l’adolescente viva un disagio legato alla difficoltà nell’affrontare il cambiamento in atto. “Alcune delle problematiche più diffuse tra i ragazzi durante questa ‘età difficile’ sono: autolesionismo; depressione; chiusura e isolamento sociale; disturbi alimentari come anoressia e bulimia, che in una fase di cambiamento fisico possono acutizzarsi; dipendenze da sostanze e dipendenze comportamentali (internet, gioco d’azzardo, videogiochi…); disturbi d’ansia – spiega il dott. Borsetto – Questi disagi psicologici a volte possono manifestarsi attraverso difficoltà scolastiche come: calo del rendimento; difficoltà nella relazione con i compagni di classe e/o con gli insegnanti; assenze ingiustificate; ansia eccessiva per interrogazioni e verifiche; disinteresse verso le attività scolastiche e sociali”.
I genitori possono cogliere alcuni segnali di disagio che si manifestano a casa: “Chiusura e isolamento ovvero difficoltà a stringere amicizia o forti problemi a socializzare – spiega il dottore – interruzione della comunicazione con i genitori, un atteggiamento scontroso o apertamente conflittuale, ansia elevata, sintomi depressivi, disturbi fisici (vomito, mal di pancia, mal di testa frequenti), comportamenti che i genitori percepiscono come strani o inconsueti. Tutti questi possono rappresentare importanti segnali per insegnanti e genitori per cogliere lo stato sottostante di disagio dell’adolescente”.
“Quando le difficoltà scolastiche rimandano a qualcosa di più profondo – aggiunge lo specialista – è riduttivo pensare che sia una questione di metodo di studio o che la soluzione possa essere solo il cambio della scuola, sarebbe invece opportuno domandarsi se il ragazzo ha le risorse necessarie per affrontare il suo compito di crescita. Dunque, è importante chiarire che la scuola in questi casi non è il problema, ma rappresenta il contesto dove le difficoltà del ragazzo si manifestano. Irritabilità, comportamenti indisciplinati quali arroganza e ribellione, disinteresse nei confronti della scuola, discontinuità nel rendimento scolastico, sono i segnali che suggeriscono l’utilità di una consultazione psicologica per capire cosa stia accadendo. Tali manifestazioni sono riconducibili a situazioni intrapsichiche e relazionali molto varie, determinate dalle caratteristiche del singolo adolescente, della sua famiglia e della scuola”.
Quale consiglio dare ai genitori? “È importante procedere con una corretta valutazione del significato delle difficoltà in ambito scolastico senza minimizzare o sopravvalutare la situazione, colpevolizzando l’organizzazione scolastica come unico fattore determinante – spiega il dott. Borsetto – È opportuno andare al di là del problema scolastico perché potrebbe essere un segnale d’allarme, una richiesta di aiuto non verbalizzata e rivolgersi ad un professionista, per affiancare i propri figli con un adeguato supporto e ricevere indicazioni specifiche è un ottimo punto di partenza”.
Dott. Andrea Borsetto
In Salus – Centro Medico Polispecialistico
Lecco – Corso Carlo Alberto 17/A
Tel. 0341 367512
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