La “Facia de tola” di Aristide Milani: da poeta dialettale ad artista

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LECCO – “Giramento di scatole”. Un titolo non convenzionale per l’incontro organizzato dal poeta dialettale lecchese Aristide Angelo Milani e la stampa, finalizzato a presentare le tre opere artistiche da lui realizzate nell’ultimo anno. Nella mattina di venerdì, la Galleria Melesi di via Mascari ha infatti aperto le sue porte per accogliere Milani, per l’occasione munito di un grembiule da lavoro “tramutato – come ha affermato lui stesso – in grembiule da artista”. In sintesi un appuntamento pensato proprio per mostrare il risultato di un nuovo percorso intrapreso dal poeta dialettale, quello artistico.

Ma perché un titolo come “Giramento di scatole”? A spiegare questa scelta ci ha pensato lo stesso Milani. “Sono qui a mostrarvi sette scatole, da quella più datata in quanto resto di una conserva alimentare risalente addirittura alla guerra del 15-18 alla più recente, da me realizzata e chiamata “Facia de tola”. In particolare – ha proseguito – voglio illustrare il mio trittico, ossia tre scatole-opere d’arte a cui ho dato forma dall’ottobre scorso a oggi”.

Vus de Tola, Vera Tola e, infine, Facia da Tola. Queste le tre scatole di “tola” firmate Milani. La prima, realizzata a ottobre, vuole essere “la trasformazione in scatola – ha affermato – di un mio poemetto proprio sulla tola: invece di metterlo per iscritto ho infatti pensato di renderlo una scatola. Vera Tola è, invece, un esemplare sigillato vuoto. Dato che nelle scatole è stato messo di tutto (come anche la “Merda d’artista” di Piero Manzoni insegna), io ho voluto vanificare questo esemplare”. Una latta senza scritte, inserita in una scatola e affiancata “da un bugiardino esplicativo, come per le medicine”. Ecco la natura di Vera Tola, cui si affianca, infine, la Facia de Tola, ultima creazione di Milani. Una scatola dalla base romboidale, all’interno della quale si trova, per l’appunto, una “facia de tola”: il volto giovanile dell’autore dell’opera, stampato su cartoncino grazie a un’incisione. “Ero ragazzo – ha spiegato – quando mi divertivo nell’indossare abiti strani e nel fotografarmi in una delle macchinette della stazione. Ne sono uscite delle immagini originali e oggi ne ho scelta una adatta per l’opera. All’interno della scatola di cartone, insieme al mio volto, anche l’immancabile scatola di tola”.

Il Trittico vuole essere un omaggio di Milani a Piero Manzoni nel cinquantunesimo anniversario di “Merda d’artista”.