LECCO – “Serate come queste rappresentano la risposta migliore al malaffare, alla censura dogmatica e alla mera gestione del potere, fattori che progressivamente hanno allontanato i cittadini dalla “cosa pubblica. Chiediamo scusa alle diverse centinaia di cittadini rimasti all’esterno. Il fatto è che -vuoi per diversa programmazione o per sottile ostracismo- sale più capienti non ne abbiamo trovate”.
E’ il commento dell’associazione Qui Lecco Libera all’indomani dell’appuntamento organizzato in Sala Don Ticozzi insieme all’associazione Cellula Coscioni Lecco , con la proiezione del film “Bella addormentata” ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, alla presenza del padre della giovane lecchese, Beppino Englaro e del regista Marco Bellocchio (vedi articolo).
Sarà perché la vicenda è così legata alla città o per le illustri presenze in sala, ma l’evento ha avuto uno straordinario successo ed un’affluenza di pubblico “incontenibile”, per lo meno dalla Ticozzi e dai suoi 268 posti a sedere, insufficienti per far fronte ad oltre un migliaio di persone che hanno affollato via Ongania e via San Niccolò, tutti inutilmente in fila fin quasi all’altezza del Liceo Grassi.
“Purtroppo in città non esistono spazi pubblici più grandi ed affittare una sala privata avrebbe rappresentato un impegno economico troppo forte – spiega il coordinatore di Qui Lecco Libera, Duccio Facchini – Come associazione soffriamo della chiusura dell’Officina della Musica, che si prestava ad eventi di questo tipo. Inoltre, per la serata di ieri e per la disponibilità del regista Bellocchio, non potevamo essere troppo elastici nel calendarizzare l’evento”.
Le uniche alternative “pubbliche” alla Sala Ticozzi, di maggiore capienza rispetto a quest’ultima, sono l’auditorium della Camera di Commercio (356 posti) ed il Teatro della Società (462 posti) con prezzi d’affitto molto più elevati e per questo difficilmente appetibili per eventi ad entrata libera, come quello di giovedì.
Spazi privati altrettanto grandi sono invece il Teatro Cenacolo Francescano (490 posti) oppure i cinema come il Palladium (350 posti) gestito dalla Parrocchia di Castello o il cinema Mignon (300 posti); ancor più ampio è il Cinema Nuovo con gli oltre mille posti complessivi tra platea e balconata, senza poi contare il Pala-Taurus. Come già detto, si tratta però di spazi privati ed al di la di accordi particolari con la proprietà, il prezzo per l’affitto è di norma maggiore rispetto a quanto garantito da un’istituzione pubblica.
Il problema degli spazi polifunzionali della città è aggravato da un ulteriore problema che riguarda in particolare la Sala Ticozzi, come ha rivelato lo stesso Duccio: “Ci risulta che i posti a sedere originariamente erano 316, ma nel tempo le sedie rotte sarebbero state sostituite con quelle delle ultime file; di qui la capienza ridotta agli attuali 270 posti. Non è per fare polemica, ci auguriamo soltanto che si faccia fronte a questo problema”.