Basket. Il punto sulle formazioni giovanili lecchesi

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LECCO – Con la chiusura di domenica 7 ottobre degli spareggi per l’ammissione ai campionati Eccellenza ed Elite, andiamo ad analizzare nel dettaglio com’è la situazione del basket giovanile lecchese. Per farlo nel miglior modo possibile abbiamo intervistato alcuni dei protagonisti che tutti i giorni, chi per passione e chi per professione, “lottano” sul campo o dietro una scrivania.

Iniziamo il nostro giro da Giuseppe Figini, responsabile del settore giovanile del Basket Lecco, che ha scelto di parlare solo della sua società, tralasciando il discorso generale.

“Quello che mi sento di dire è che a Lecco stiamo lavorando duramente per ricostruire un settore giovanile che, negli ultimi anni, per scelta o per situazioni poco chiare si era ridotto ai minimi termini. Il fatto di non aver giocatori delle annate 93, 94 e 95 la dice lunga sulla situazione pregressa. L’obiettivo è quello di avere un settore giovanile completo. Quest’anno la squadra U15 si è aggiunta alle U13, U14 – che parteciperà al campionato Elite con giocatori provenienti solo ed esclusivamente dal nostro vivaio – e alla U17 che, grazie alla collaborazione con società del territorio che hanno creduto nel nostro progetto, ha ottenuto l’accesso al campionato Elite. L’unico rammarico per questo inizio di stagione è non essere riuscito a coinvolgere altre società nel progetto ’98 che, iniziato a giugno con i migliori auspici, per boicottaggi vari è naufragato durante l’estate.

Il lavoro da fare è ancora molto ma, se il buongiorno si vede dal mattino, per i risultati ottenuti possiamo iniziare a pensare di sorridere.”

Di più ampie prospettive il discorso degli altri dirigenti, che si sono soffermati di più sulla situazione generale del basket lecchese.

Secondo Daniele Todeschini – responsabile tecnico del settore giovanile di Bluceleste Basket – “A fare le squadre separate non si raggiungono gli obiettivi. L’esempio lampante è quello degli spareggi U15: Lecco, Osnago e Bluceleste si sono presentate con tre squadre, ed il risultato è stato che si troveranno tutte insieme al provinciale.”

Todeschini poi ci illustra gli obiettivi stagionali di BCB, che sono “un lavoro approfondito sui fondamentali, incentrato sulla creazione del singolo giocatore. Speriamo di fare un buon provinciale sia con la U19 che con la U15, che è un gruppo che sto seguendo personalmente ed è da consolidare e far migliorare molto. Con la U17 puntiamo a un campionato Elite di buon livello, cercando di far crescere elementi di buone prospettive come ad esempio Luca Brambilla, che ha già esordito in serie Creg con Calolzio.”

Proprio al responsabile del settore giovanile della società presieduta da Dario Brini, Marco Redaelli, passa la parola.

“Visto le dimensioni ridotte del territorio, sia geografiche che societarie, mi auspico che aumentino sempre di più le collaborazioni, per mettere i ragazzi nelle condizioni di giocare nel miglior campionato possibile. Bluceleste è un esempio, ma potrebbero essercene anche degli altri, se ci fosse la reale voglia di collaborare.”

Le parole di Redaelli vengono poi confermate dai fatti quando ci espone i programmi delle giovanili calolziesi: “Quest’anno parteciperemo ai campionato U13, U17, U19 e U21. Cercherò di dare un impronta più organizzata al settore giovanile, inserendo periodiche riunioni tecniche. I risultati saranno secondari, prioritario sarà il cercare di costruire giocatori per la prima squadra, come abbiamo fatto con Aaron Papini. Abbiamo anche instaurato collaborazioni con altre società del territorio, mandando i nostri giocatori del 1998 e del 1999 a Olginate o a Galbiate e facendo la U21 in collaborazione con Vercurago.”

L’ultima voce che andiamo virtualmente ad ascoltare è quella di Gabriele Pirola, coordinatore delle squadre maschili di Costamasnaga. Pirola, che è anche coach della squadra U14 di Costa – l’unica che farà un campionato di Eccellenza – non è cresciuto nel territorio lecchese e ha passato anni importanti alla Bluorobica Bergamo. Questo gli permette di vedere le cose col giusto distacco.

“Vedo tante società che lavorano bene e in maniera capillare sul territorio, e anche una buona attività a livello minibasket, almeno per le società che conosco io. Purtroppo quello che manca è una reale possibilità di giocare ad alto livello senza per forza trasferirsi a 50 km di distanza, visto che qui la frammentazione è troppo alta. Fino ad U13 e U14 riusciamo ad essere competitivi, ma già dall’U15 in poi – quando le altre società aumentano il lavoro di reclutamento – noi rimaniamo troppo statici e il divario aumenta. Quello che vorrei che fosse chiaro è che i ragazzi lecchesi hanno due gambe, due braccia e un cervello. Se si allenano e giocano come si deve possono stare al livello di tutti gli altri. E a volte possono fare anche meglio.”

I progetti di Costamasnaga sono comunque di alto profilo: “Con la U13, che è un gruppo di 2000 e 2001 formato da giocatori di Costa, Calolzio e Olginate, puntiamo a giocarci il campionato Open. Gli obiettivi della U14 invece sono quelli di confermarsi tra le prime otto del campionato di Eccellenza lombardo. Il gruppo è stato rinforzato da tre giocatori nuovi, che hanno aggiunto fisicità alla squadra. Fossero stati di Lecco e provincia, sarebbe stato meglio per tutti…”