Elezioni provinciali, sarà una corsa a quattro liste? Lo scenario in vista del rinnovo del Consiglio

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Villa Locatelli
Villa Locatelli

Le elezioni (di secondo livello) per il rinnovo del Consiglio provinciale si terranno il 29 settembre

Allo stato attuale potrebbero essere quattro le liste in campo con il centrodestra diviso in due squadre, i Civici e il centrosinistra

LECCO – Quattro liste in corsa per il rinnovo del Consiglio provinciale guidato dalla presidente Alessandra Hofmann, il cui mandato scadrà nel dicembre 2025. E’ lo scenario all’orizzonte oggi, quando mancano ormai pochi giorni al termine ultimo per la presentazione delle liste in vista delle votazioni in agenda domenica 29 settembre.

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Alessandra Hofmann

I dodici nomi che andranno a comporre ciascuna delle liste (in cui nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura superiore del 60%) che verrà depositata dovranno essere presentati all’ufficio elettorale, costituito presso la segreteria generale di Villa Locatelli, domenica 8  dalle 8 alle 20 o lunedì 9 settembre dalle 8 alle 12, corredate dalle firme di supporto.

Ma le segretarie dei partiti hanno iniziato già da settimane i lavori per definire accordi e strategie al fine di inserire in squadra candidati capaci di conquistare il maggior numero di voti da parte della platea di elettori, sindaci e amministratori, dei 84 Comuni della Provincia.

Elezioni di secondo livello

Dal 2014 in avanti, per effetto della legge Delrio, infatti, le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale non prevedono più il coinvolgimento di tutti i cittadini aventi diritto al voto, ma solo delle persone elette nei consigli comunali. Sono votazioni di secondo livello, dove ogni Comune pesa in maniera diversa a seconda del numero di abitanti. Cinque gli scaglioni che riguardano il Lecchese, con 536 consiglieri che si recheranno alle urne nella fascia azzurra dei Comuni (fino a 3mila abitanti), 247 con quella arancione (corrispondente ai Comuni dai 3mila ai 5mila), 130 con quella grigia (da 5 a 10mila), 85 con quella rossa (da 10mila a 30mila) e 33, ovvero quelli di Lecco città, con quella verde (da 30mila a 100mila), corrispondente al maggior peso ponderale.

Si vota in sala Ticozzi domenica 29 settembre

L’appuntamento con il voto è per domenica 29 settembre con il seggio allestito dalle 8 alle 20 in sala Ticozzi, preferita alla tradizionale Villa Locatelli per questioni logistiche. Si voterà esclusivamente per il rinnovo del Consiglio, in scadenza a dicembre 2023, ma prorogato per via delle elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno così da dare la possibilità agli amministratori appena eletti di incidere sul rinnovo dell’organo provinciale.

Nuovi equilibri dopo il voto di giugno

E proprio i risultati delle urne nei 49 Comuni al voto lasciano presagire uno scenario politico differente anche a Villa Locatelli. A pesare, insieme ai diversi cambi di sindaci in molti Comuni, è il ribaltone che si è verificato a Merate con la sconfitta del primo cittadino uscente Massimo Panzeri, leghista, alla guida di una coalizione di centrodestra e la vittoria del giovane Mattia Salvioni con la lista civica ViviAmo Merate, orientato al centrosinistra. Il peso della città brianzola, inserita in fascia rossa, è infatti maggiore dei Comuni più piccoli e potrebbe quindi comportare quindi qualche riassetto.

A incidere sarà però anche la capacità dei candidati a portare al voto tutti gli elettori. Le precedenti elezioni hanno infatti fatto registrare un’affluenza dell’80% rendendo evidente il fatto che esista un certo astensionismo su cui lavorare.

Tramontata l’ipotesi del listone unico

Intanto le trattative tra le segreterie per arrivare ad alleanze o liste uniche sono naufragate da tutte le parti. Non è andata in porto l’ipotesi, caldeggiata di fatto dai Civici riuniti nel progetto Lc.Polis, di formare una lista unica con cui traghettare il Consiglio provinciale fino alla fine del mandato del presidente Hofmann (dicembre 2025), così come non sono andati a segno i tentativi di arrivare ad accordi tra i Civici e il centrosinistra.

L’idea di dare vita a un campo largo con cui contrapporsi come alternativa alla maggioranza attuale di centrodestra, che sostiene la presidente, non è riuscita a farsi largo per antagonismi tra le parti. A incidere è stata anche la convinzione di riuscire a portare a casa più voti correndo da soli, riuscendo a intercettare anche il favore di chi non si riconosce in un partito o in un’area politicamente etichettata.

E al raddoppio dei candidati in lista (con 24 consiglieri e non 12 del centrodestra pronti a rinnovare la fiducia alla presidente) e quindi alla maggiore competitività elettorale ha guardato anche la Lega che, con un comunicato a firma del segretario Daniele Butti giunto a 24 ore da quello del collega di Fratelli d’Italia Alessandro Negri (in cui si auspicava una lista unica) ha fatto saper di voler correre da sola a sostegno di Hofmann.

In gioco, oltre alle strategie e al tentativo di portare a casa qualche voto (e quindi qualche consigliere in più) c’è anche la vice presidenza della Provincia, carica più volte rivendicata dai Meloniani, forti del consenso popolare arrivato dalle urne. Tra un centrodestra diviso in due liste (con una separazione che conta ben più dei calcoli numerici) e un centrosinistra che non riesce ad allargarsi rispetto alla coalizione attuale (che esprime 5 consiglieri di minoranza), a giocare il ruolo di ago della bilancia potrebbero essere proprio i Civici, che, ribadendo di non voler fare la stampella a nessuno, cullano il sogno di portare a casa due consiglieri, al posto dell’unico attuale (Giovanni Ghislandi, subentrato ad Antonio Rusconi).