Artigiani, crolla l’occupazione. Cgil: “Aggredire la crisi”

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LECCO – E’ un quadro a dir poco desolate quello tracciato nella relazione introduttiva al convegno targato Cgil Lecco, che ha riunito gli operatori del comparto per discutere della difficile situazione che attanaglia il mondo dell’artigianato: a Lecco, solo nel 2010, il settore ha perso trecento lavoratori impiegati, con una flessione del 1,3% che ha seguito il pesantissimo calo registrato nel 2009 del 3,7% per le aziende fino a nove addetti e addirittura dell’11,7% per quelle oltre i dieci addetti.

Tali dinamiche si inseriscono in un panorama economico che ha subito un vistoso crollo dell’occupazione, con oltre 2400 occupati in meno negli ultimi quattro anni, e che ha visto triplicarsi il numero di fallimenti aziendali (dai 33 nel 2007 agli 82 nel 2010, arrivando ai 53 registrati nell’anno in corso). Senza contare il ricorso alla Cassa integrazione, che nei primi nove mesi dell’anno ha fatto registrare un aumento del 5,39%, in gran parte per cassa ordinaria con un vero e proprio boom del 102%, ed anche per quella in deroga, legata al comparto artigiano, si è riscontrato un’importante incremento del 21,43%.

“Il 2012 volge ormai verso la fine ed è chiaro che in Lombardia, come nel resto del Paese, non siamo in presenza di nessuna ripresa della crescita – ha spiegato Giorgio Carnicella, responsabile del Dipartimento Artigiano Cgil Lecco e relatore – a crescere è invece l’allarme per la difficile situazione del mondo del lavoro e delle imprese. I posti di lavoro che nel territorio di Lecco si erano ridotti di quasi il 10% dall’inizio della crisi, subiranno un ulteriore taglio, in particolare nel settore manifatturiero sia industriale che artigiano, sia nelle costruzioni soprattutto, ma anche nel settore dei servizi con qualche eccezione in alcune attività turistico/alberghiere e di ristorazione, ma non compenseranno le perdite”

Eppure,Lecco si conferma seconda provincia d’Italia per incidenza del manifatturiero sul valore aggiunto totale prodotto (circa il 35%) e la più alta per valore aggiunto industriale pro-capite (9000 euro), addirittura doppiando la media europea. Alla fine del 2° trimestre di quest’anno le ditte artigiane erano 10.568, pari al 30,9% del totale delle aziende registrate.

Queste aziende si trovano quindi a fare i conti con un quadro ben poco allettante e con l’economia lecchese di nuovo rallentata negli ultimi sei mesi, visti i cali nella produzione, ordini e fatturato superiori ai tre punti percentuali.

“ E’ necessario affrontare e aggredire i problemi che hanno determinato la crisi – ha spiegato il segretario generale della Cgil di Lecco, Wolfango Pirelli – Da una parte c’è un problema di crescita della dimensione aziendale, che nel caso dell’artigianato significa fare rete di imprese, utile ai fini di migliorare la propria presenza sui mercati internazionali; infatti, le aziende che hanno dimostrato di saper reggere alla crisi sono quelle che si sono affacciate ai mercati esteri. Dall’altro lato, tentare di trasferire i risultati della ricerca del nuovo polo che si aprirà a Lecco il prossimo gennaio, in prodotti nuovi e quindi innovativi per le imprese artigiane. Queste ultime, per le loro piccole dimensione, non sono in grado di accedere a queste importanti opportunità. Tali problematiche, unite all’accesso al credito, possono essere le condizioni per far risalire la crescita anche in un settore complicato e frazionato come quello dell’artigianato”.

All’incontro, che si è svolto mercoledì mattina presso la sala convegni di ESPE Lecco, ha preso parte anche il segretario regionale di Cgil Lombardia, Giacinto Botti, insieme al vice presidente della Camera di Commercio di Lecco, Arnaldo Redaelli, il presidente di CNA Lecco, Michele Alippi, il vice presidente di EBA Lecco, Francesco di Gaetano.

In rappresentanza delle aziende artigiane è intervenuto il presidente di Confartigianato Lecco, Daniele Riva, chiedendo un cambiamento di marcia: “meno tavoli istituzionali e qualche azione in più in aiuto del settore”.