La Nostra Famiglia: i lavoratori presidiano, l’azienda risponde

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BOSISIO PARINI – E’ iniziato questa mattina, già intorno alle 7.30, il presidio dei lavoratori della La Nostra Famiglia che per tutta la mattinata presidieranno i cancelli della sede lecchese di Bosisio Parini, manifestando il loro disagio verso le scelte della direzione.

Al centro dello scontro un accordo, siglato tra l’associazione datoriale ARIS (rappresentate de La Nostra Famiglia) e i sindacati Cisl e Uil: “ L’accordo – ha spiegato Fabio Incerti, lavoratore nella sede centrale di Ponte Lambro e rappresentate sindacale Cgil – prevede aumento indiscriminato da 36 a 38 ore di lavoro senza un incremento contrattuale per i lavoratori, oltre che una riduzione salari che ha un incidenza molto forte per i neo assunti, con una decurtazione di 250 euro mensili circa. A nostro avviso tale politica contrattuale di questo tipo mira sfruttare il periodo di crisi anziché arginarlo in un emergenza che noi riconosciamo essere vera e reale”.

E’ stato così deciso il presidio odierno, in concomitanza con lo sciopero generale della Cgil e della manifestazione di Lecco, alla quale ha aderito anche una delegazione di lavoratori dell’azienda sanitaria. Nel frattempo i vertici della Nostra Famiglia hanno inviato una lettera, spiegando la propria posizione e difendendo le proprie scelte:

Nonostante il ben noto contenimento della spesa pubblica iniziata dagli ultimi governi che si sono succeduti alla guida del nostro paese, l’Associazione La Nostra Famiglia si sente impegnata nel difficile compito di garantire la qualità dei servizi erogati e il livello occupazionale dei propri dipendenti. Fino ad ora questo impegno è stato assicurato grazie anche al sostegno economico, e non solo, dell’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità, di cui l’Associazione rappresenta l’Opera impegnata nel rispondere bisogni sociali, sanitari e formativi. Malgrado, appunto, la riduzione degli impegni di spesa dei sistemi regionali sanitari, nessun servizio accreditato è stato chiuso e nessun dei suoi oltre 2100 dipendenti è stato licenziato per motivi economici. Anzi.

In questi ultimi cinque anni, l’Associazione ha continuato ad incrementare le proprie attività grazie anche ad investimenti fatti sia per le attività cliniche che di ricerca oltre che per il rispetto dei requisiti strutturali e l’ammodernamento degli immobili che richiedono ogni anno un ingente quantitativo di risorse finanziarie.

Nell’applicazione del contratto di lavoro l’ente si è anche distinto all’interno della sua Associazione di Categoria (ARIS) per avere applicato in modo integrale tutte le sue componenti economiche dagli scorrimenti orizzontali agli incentivi legati alla produzione. Anche dove era possibile condizionare il pagamento degli arretrati solo nelle regioni che avessero adeguato le tariffe delle prestazioni (accordo sindacale nazionale del 2009) l’Associazione ha preferito non penalizzare i lavoratori in base alla loro area geografica garantendo in tutta Italia le stesse condizioni. Tutto questo è stato fatto anche per la grande considerazione che l’ente ha per i propri collaboratori, per la loro specifica capacità di rispondere ai bisogni delle persone e dell’organizzazione aziendale. Considerazione che ha portato, contrariamente a quanto accade nel resto del mondo produttivo, alla drastica riduzione del personale precario e all’incremento del personale a tempo indeterminato passando da una pianta organica di 2038 unità (dati giugno 2007) alle attuali 2115 unità (dati ottobre 2012).

Certo anche il nostro ente, di fronte al blocco delle attività di sviluppo e alla riduzione dei tetti di spesa delle Aziende Sanitarie Locali, ha dovuto iniziare il difficile percorso del contenimento dei costi e della ricerca di altre fonti di finanziamento che, sempre di più, dovranno essere diversificate per permettere di retribuire i fattori produttivi dei quali il più significativo è costituito dal costo del personale.

Questo percorso, che potrebbe farsi, nel tempo, molto faticoso, è necessario per rendere sostenibile l’Opera affinché possa, nel tempo, continuare la propria missione.

Siamo convinti che la fatica di vivere in un momento di crisi può portare a non riconoscere con lucidità lo sforzo di chi, nonostante tutto, vuole con decisione ed audacia garantire la sostenibilità nel tempo di un’Opera che riteniamo essere un bene per tutti. Ed è questo il dato oggettivo che, chiunque sia disponibile a dialogare con noi, deve tenere presente.
Un dialogo che, per la volontà di qualcuno, si è interrotto quando, al posto di un confronto diretto tra le parti si è preferito usare strumentalmente modalità espressive diverse“.

DIREZIONE GENERALE