Serata interessante, molto divertente e parecchio partecipata a cura di Quileccolibera a Lofficina della Musica di via Plava per la presentazione del libro di Alessandro Robecchi “Piovono pietre” – citazione del titolo del film di Ken Loach, ripresa nella fortunata trasmissione-cult su Radio Popolare condotta per anni dallo stesso Robecchi.
Il quale oggi è autore satirico in tv (scrive i testi di Maurizio Crozza su La7, interpretando anche il corazziere negli sketch in cui il comico genovese fa il verso al presidente Napolitano e lavora per Figu su RaiTre), giornalista (editorialista de il Manifesto, scrive su Micromega, sul “Misfatto”, l’inserto satirico de il Fatto Quotidiano, collabora tra gli altri con Style e D La Repubblica delle donne) e appunto scrittore.
Titolo completo del volume presentato a Lecco “Piovono pietre. Cronache marziane da un paese assurdo“. L’autore immagina il proprio rapimento da parte degli alieni per tenere uniti dieci capitoli dedicati ad alcuni degli aspetti più rilevanti dal punto di vista socio-politico-culturale dell’Italia di oggi. I marziani rimangono stupiti (ovviamente…) di quel che il terrestre racconta loro, tra inquisiti, imputati o rinviati a giudizio che dichiarano “Sono sereno”, forze politiche ‘moderate’ che si aggrediscono come gang portoricane e una Costituzione ostinata nel sostenere che l’intera Repubblica sia fondata sull’unica cosa che manca: il lavoro…
Robecchi e l’interlocutore Paolo Trezzi dialogano, leggono brani del libro e discutono dello stato di questo strano paese in cui viviamo. L’ospite suscita dibattito con posizioni forti (“Mi danno dello snob della politica, meglio snob che ipnotizzato; dopo i fatti di Cortina la Santanché dice che così si criminalizza la ricchezza? Io sì, la criminalizzo eccome…”. E poi giù bordate anche politically uncorrect tipo quelle contro cibi bio e filosofie del ‘Kilometro zero’. Alla fine le copie di “Piovono pietre” autografate dall’autore vanno a ruba.
Robecchi lascia Lofficina lanciando un messaggio: a chi gli chiede come fare per informarsi in modo compiuto, risponde che non bisogna avere paura delle nuove tecnologie e anzi che queste ultime, se ben utilizzate, possono dare un quadro ampio e personalizzato dei fatti che accadono e delle opinioni. “I giornali di carta come li conosciamo oggi sono destinati a sparire – e lo dice amaramente Robecchi, giornalista professionista da 30 anni venuto su proprio alla scuola “classica” dei quotidiani – il diritto e dovere di ogni cittadino è quello di informarsi, è un po’ un lavoro ma è fondamentale. E con internet diventa sì un impegno nel distinguere tra le tante fonti ma è anche divertente”.