LECCO – Ha vinto lo sport, ma prima ancora la solidarietà. E con la solidarietà hanno vinto la Casa don Guanella e il progetto della cascina che la comunità educativa lecchese sta portando avanti da qualche tempo e che, per dirla con le parole del suo direttore don Agostino Frasson, “sta mettendo le ali”.
Ma ha vinto anche lo sport, si è detto, perché venerdì 19 settembre la cena di solidarietà che si è tenuta alla “Casa” di via Amendola ha riunito due grandi campioni della storia recente del nostro sport, Jury Chechi e Antonio Rossi. Due atleti che hanno scritto pagine gloriose nella ginnastica e nella canoa, capaci insieme di collezionare ben sette medaglie olimpiche e addirittura 14 podi iridati.
Due campioni che hanno saputo regalare emozioni sui campi di regata e dentro i palazzi dello sport, ma anche di viverle in prima persona, quelle stesse emozioni, ad esempio nel momento in cui si è presentata loro l’occasione di incontrare il Papa. Anzi, due Papi.
E quelle emozioni, quelle sensazioni Chechi e Rossi le hanno raccontate ieri sera dopo che era stato proiettato il video dedicato proprio a loro, alle loro imprese sportive e alla loro vita.
“Ho incontrato Papa Francesco la scorsa primavera – ha detto Chechi, per tutti ancora il “signore degli anelli” – ed è stata una sensazione incredibile. E’ unico e la Chiesa, ma non solo, aveva bisogno di un pontefice come lui”.
“Ho dovuto anche parlare davanti al Papa e a 300.000 persone riunite in piazza San Pietro – ha aggiunto – e così ai giovani ho lanciato un messaggio. Ho cioè detto loro che vale più una sconfitta pulita di una vittoria sporca. Il Papa alla fine mi ha avvicinato e mi ha ringraziato”.
Poi il ricordo di un’altra udienza, quella del 2000 da Papa Wojtyla. “Quando Candido Cannavò, che era direttore della Gazzetta dello Sport, mi presentò – ha spiegato l’ex ginnasta – Giovanni Paolo II mi disse: “Io ti conosco”. Non so perché, ma io a mia volta, facendo arrossire Cannavò, dissi al pontefice: “Anch’io ti conosco”. Feci una gaffe, me ne resi conto, ma sono fatto così. Lui però mi sorrise e dimostrò di aver capito la mia spontaneità”.
“Anch’io di Papa Wojtyla ha avuto un’impressione molto positiva – ha detto dal canto suo Antonio Rossi – L’avevo incontrato la prima volta nel 1996 a Castel Gandolfo, dove mi allenavo. Andando da lui sapevi già di trovarti di fronte a una persona che ti dava moltissimo”.
Parlando del più recente incontro con Papa Francesco, l’attuale assessore regionale allo Sport e alle politiche per i giovani ha anche svelato un simpatico retroscena: “Quella volta con me c’era mia mamma Nunzi – ha spiegato – e Papa Francesco alla fine dell’udienza l’ha abbracciata. Ecco, per lei è stata una gioia credo ancora più grande di quella che si può provare vincendo un’Olimpiade”.
Poi il ricordo del legame con Jury Chechi: “Ci siamo conosciuti nel ’96, l’anno dei Giochi di Atlanta, e adesso per me è come un fratello”.
Quindi l’annuncio di voler mettere all’asta, nel corso della serata, la sua vecchia bicicletta da corsa ridisegnata con bravura dall’artista Afran e trasformata in city bike. Con quella stessa “due ruote” il pluricampione olimpico e mondiale di canoa lo scorso mese di luglio aveva partecipato al pellegrinaggio che aveva portato oltre 100 ciclisti da Lecco al Ghisallo per onorare la memoria di numerosi amici scomparsi, a loro volta accomunati dalla passione per lo sport del pedale.
Prima che la cena avesse inizio don Agostino aveva affermato: “Questa è una delle tante serate organizzate per dar voce al progetto della cascina di Valmadrera. Presto partiranno i lavori di costruzione della nuova stalla e il vostro sostegno ci è sempre di grande aiuto e di conforto”.
Sì, il progetto di agricoltura sociale per l’accoglienza, la cura, la formazione e l’inserimento lavorativo di minorenni a rischio di emarginazione sta davvero mettendo le ali. E tutto è pronto perché possa spiccare il volo.
DI SEGUITO, LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA CENA DI SOLIDARIETA’ A “CASA DON GUANELLA” CON JURY CHECHI E ANTONIO ROSSI