Don Ciotti a Lecco per la staffetta di Libera nel ricordo di Paolo Cereda

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LECCO – Oltre trecento studenti riuniti sotto la bandiera di Libera, in un grave evento che l’associazione ha portato a Lecco giovedì’ mattina, una staffetta contro le mafie dopo lo sport ha abbracciato la battaglia per la legalità.

“Libera la Natura” è iniziativa che nel capoluogo manzoniano è stata anche l’occasione per festeggiare con Don Luigi Ciotti, presente alla manifestazione di Lecco, il primo anno di apertura della pizzeria Fiore, l’ex locale Wall Street, strappato alla ‘ndrangheta e restituito alla collettività.

Un evento che ha preso il via alle 9.30 in via Baracca, dove i ragazzi delle diverse scuole partecipanti si sono passati uno speciale “testimone” tratto dal legno di uno scafo usato dai moderni mercanti di schiavi sbarcati sulle nostre coste, ricordando le storie di chi vede nella nostra Italia la speranza per una vita sottratta a violenza e disperazione.

Una staffetta che ha voluto rappresentare il passaggio di testimone nella lotta per la responsabilità civile e la legalità contro le mafie e la corruzione.

Lo sport ci insegna a rispettare le regole, ad essere reali, a vincere e perdere con le proprie forze senza mai truffare – ha sottolineato don Ciotti, intervenendo durante la manifestazione – ci insegna a credere in noi stessi e che si può anche perdere ma l’importante è esserci, condividere, e che la sconfitta ci insegna ad accettare i nostri limiti e a migliorarsi”.

Non solo, ha detto il sacerdote agli studenti, “lo sport ha il valore di aggregare ma anche di sgretolare tutte le gerarchie, mette tutti allo stesso nastro di partenza, con la stessa maglia e la stessa possibilità di giocarsela fino in fondo”.

E’ un ritorno quello di don Ciotti a Lecco, dopo la drammatica scomparsa di Paolo Cereda, fondatore della sezione lecchese di Libera, e il triste giorno dei funerali a cui don Ciotti ha voluto essere presente , celebrando messa.

“Paolo è ancora vivo tra noi – ha sottolineato Don Ciotti – e il miglior modo per tenere viva la sua memoria è trasformare ogni giorno il nostro agire in responsabilità, fatti e concretezza”.