Il saluto della Polisportiva Monte Marenzo a don Roberto

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Don Roberto Trussardi e Angelo Fontana
Angelo Fontana durante la lettura della lettera di saluto a don Roberto

 

CALOLZIOCORTE – Un gesto di ringraziamento per il percorso compiuto assieme durante questi anni. Anche la Polisportiva Monte Marenzo ha voluto dire a don Roberto Trussardi il suo personale grazie: “Il suo operato è stato ammirevole, in particolare vogliamo ricordare il suo impegno nell’iniziativa ‘Per le vie delle croci’ – ha detto Angelo Fontana – In tutti questi anni ha celebrato la Messa davanti alla cappelletta di via San Mauro a Vercurago in memoria delle vittime della strada”.

Domenica 9 settembre alle ore 11.30, presso la chiesa del Pascolo, la Polisportiva di Monte Marenzo ha consegnato un piccolo dono a don Roberto e ha letto una lettera di saluto. “Gli stessi saluti li ripeteremo domenica 16 settembre alle ore 8 in chiesa a Vercurago, il comune dove per tanti anni ha celebrato le messe in ricordo delle vittime della strada” ha concluso Fontana.

Don Roberto Trussardi e Angelo Fontana

 

La lettera di saluto a Don Roberto della Polisportiva Monte Marenzo.
“Voglio salutare e ringraziare a nome della Polisportiva (area sociale) di Monte Marenzo, don Roberto Trussardi parroco di Vercurago, Pascolo e per un periodo anche di Torre de’ Busi. Il 16 settembre 2018 lascerà le sue comunità per occuparsi di un incarico particolarmente importante e di alto valore sociale: prenderà in mano le redini della Caritas Bergamasca. Da anni, alla fine del mese di maggio, recitava una Santa Messa al di fuori delle mura della chiesa, sulla strada, presso la Cappelletta di San Mauro a Vercurago, per ricordare le vittime della strada e per sottolineare il senso del nostro progetto ‘Per le vie delle croci’. Il nostro è un percorso per non dimenticare le persone scomparse in tragici incidenti, nonché per sollecitare l’impegno e la responsabilità di singole persone e istituzioni su questo tema. Don Roberto ha sempre aderito con convinzione alle nostre iniziative, perché lui è fatto così. Mette grande entusiasmo e disponibilità nell’impegno sociale, è sensibile e attento ai bisogni delle persone, in modo particolare stando più vicino a chi soffre. Però dobbiamo riconoscergli un piccolo difetto: quando è al volante della propria auto va un po’ troppo di fretta. Mi ricordo una volta che arrivò come un lampo alla chiesa di San Marco in Torre de’ Busi, per celebrare la Santa Messa in suffragio delle vittime della strada. Lui ammise, ma si giustificò dicendo che aveva tanti e tali impegni che non poteva fare diversamente. Caro don Roberto, vogliamo salutarti con affetto e con un piccolissimo dono: una clessidra. E’ vero che anche la clessidra segna il tempo che fugge inesorabile, ma quando i granelli di sabbia sono scesi tutti ha bisogno di essere rivoltata. Questa particolarità ci dà la possibilità straordinaria di fermare il tempo, solo se aspettiamo un poco prima di rivoltarla. Non faremmo altro che concederci una pausa di riposo come ci ha insegnato il buon Dio nel settimo giorno”.