MILANO – “Facciamo memoria di coloro che sono morti mentre contribuivano alla costruzione del bene comune, in difesa della società libera e democratica in cui abbiamo la fortuna di vivere”. Così il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha introdotto le celebrazioni al Palazzo della Regione per il Giorno della Memoria, dedicato a tute le vittime del terrorismo, della mafia e di ogni altra forma di criminalità.
Un momento di riflessione e per ricordare che ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro al servizio dei cittadini e della giustizia, così come è stato per l’agente Francesco Pischedda, della Polstrada di Bellano, morto a 28 anni precipitando da un viadotto sulla statale 36, inseguendo un malvivente.
“A lui va la nostra gratitudine e il nostro ricordo”, ha detto Cattaneo. Alla cerimonia di oggi in Aula consiliare erano presenti anche il Vice Comandante della Polizia Stradale di Lecco Romano Borellini e Roberto Necchi, il poliziotto di pattuglia con Pischedda la sera del tragico inseguimento di Colico.
“La cerimonia di oggi – ha proseguito il presidente del consiglio regionale – solenne e nel contempo semplice, non è un mero adempimento amministrativo, ma un vero e proprio ringraziamento a chi ha offerto la propria vita per la nostra sicurezza. La nostra gratitudine dunque sia pari alla nostra determinazione, perché il loro sacrificio si accompagni alla dimostrazione che tutto questo è servito a cambiare in meglio le cose. Solamente così la loro testimonianza diventa davvero monito e sprone per l’impegno di ognuno nel lavoro e nella vita di tutti i giorni”.
Nel corso delle celebrazioni è intervenuto anche il presidente della Giunta Roberto Maroni, mentre un minuto di raccoglimento sulle note del “Silenzio fuori ordinanza” ha chiuso la solenne cerimonia.
“Questo omaggio, solenne e semplice, non è un mero adempimento ma un gesto di ringraziamento profondo a chi ha offerto la propria vita per la sicurezza degli altri. A loro va il nostro più sentito e profondo ringraziamento. Non vogliamo ricordarli come vittime ma come persone che hanno vissuto, che hanno amato, che hanno dimostrato nella vita quotidiana che – prima di essere poliziotti, carabinieri, vigili urbani – erano persone umane. Questo è l’aspetto più profondo”, ha commentato il consigliere regionale Mauro Piazza.
Erano presenti numerose autorità civili e militari e alcuni familiari delle vittime tra i quali quelli dell’agente di Polizia municipale Niccolò Savarino, ucciso nel gennaio 2012 alla Bovisa di Milano, e del carabiniere Giovanni Sali ucciso a Lodi nel novembre 2012. Nel suo intervento, il Presidente Raffaele Cattaneo ha ricordato anche come a distanza di 5 anni i familiari di Niccolò Savarino siano ancora in attesa di ricevere da parte di un Ente dello Stato l’indennizzo come risarcimento per la sua tragica morte in servizio, auspicando che la vicenda possa trovare quanto prima soluzione.