LECCO – Continuerà a pendere ma è stata messa in sicurezza e sono stati risarciti del danno i residenti, almeno, in parte dei danni subiti: si è chiusa così la vicenda della palazzina al civico 20 di via Cimabue a Lecco, inclinata a causa dei lavori per la realizzazione del raccordo per la nuova Lecco-Ballabio che scorre proprio sotto la via, risalendo verso l’ospedale.
A fine 2014, al termine di una lunga battaglia legale, gli abitanti dell’edificio hanno ottenuto da Anas un rimborso, inferiore rispetto al 1,6 milioni di euro che era stato stimato dai condomini attraverso una perizia tecnica ma sufficiente per dare il via alla messa in sicurezza al quale hanno dovuto partecipare economicamente gli stessi residenti.
Gli operai stanno concludendo i lavori proprio in questi giorni con alcuni interventi nel garage che a suo tempo era stato completamente puntellato per il rischio di crolli.
Danni causati dalle trivellazioni dell’ottobre del 2004, quando era in corso la realizzazione del raccordo per la Valsassina, il “lotto zero” di questa importante opera viabilistica. Gli scavi avrebbero provocato l’abbassamento delle fondazioni della casa, provocandone un’inclinazione di 10 cm verso il lato della strada. Pavimenti che si sollevano, porte che non si aprono, box da puntellare, crepe sulle pareti: questo il disagio vissuto dagli inquilini in questi anni.
La situazione per loro, dal punto di vista della sicurezza dell’immobile, sarà migliore dopo questi interventi ma dovranno comunque rassegnarsi a dormire in “pendenza”.
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GLI ARTICOLI PRECEDENTI
17/02 /2014 – Palazzina “pendente” di via Cimabue: disagi e costi per gli inquilini
14/02/2014 – “Anas ci deve un milione per danni, aspettiamo da 9 anni”

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