La più nota delle guide turistiche si “dimentica” di Lecco

Tempo di lettura: 2 minuti

Lungo lago

LECCO – La Lonely Planet dedica una delle sue edizioni ai laghi del Nord d’Italia ma della città del Manzoni e dei “Promessi Sposi” non c’è traccia: a farlo notare è il Corriere della Sera, in un articolo pubblicato lunedì tra le notizie dalla Lombardia.

“Lecco, la città “dimenticata” dalla guida turistica più famosa” titola il quotidiano milanese riferendosi alla seconda edizione in lingua inglese del noto vademecum per viaggiatori.

Villa Manzoni
Villa Manzoni

Si parla del Lago di Como e vengono citate anche alcune località lecchesi come Piona e la sua abbazia, il borgo derviese di Corenno Plinio, Varenna, Bellano e Perledo, ma tra gli itinerari proposti la città capoluogo non compare affatto, né per i suoi luoghi manzoniani né per i suoi palazzi storici.

Al contrario, la guida consiglia di visitare tutti gli altri capoluoghi di provincia, ad eccezione di Lecco e anche di Sondrio, quest’ultimo più defilato rispetto ai grandi laghi.

Insomma, in un momento in cui il dibattito sulla necessità di incrementare il turismo in città si fa sempre più forte, in vista anche di Expo, lo “scivolone” di Lonely Planet (così come definito dal Corriere) non può che causare amarezza.

“E’ uno scivolone pesante – ribadisce il sindaco Virginio Brivio – ci sono dati turistici su pernottamenti ma anche statistiche che guardano alla dimensione culturale che sono ancora più ampi. Pensiamo solo alla recente mostra su Picasso che ha fatto registrare oltre 10 mila visitatori o  Villa Manzoni e il flusso  di visite legate al mondo della scuola e non solo.  Si tratta un turismo che magari non pernotta in città ma che trascorre la giornata nel capoluogo visitandolo senza fermarsi qui a dormire. Ci sono dati oggettivi, cultura e anche aggregazione con gli ultimi eventi cittadini come il festival Nameless e i mondiali di frisbee”.

Il fatto, per l’opposizione politica, deve far riflettere: “Non è colpa dell’amministrazione – sottolinea il consigliere Antonio Pasquini – ma è evidente che sul turismo perdiamo colpi. Lonely Planet è scritta dagli stessi viaggiatori, si tratta di un turismo giovane e dinamico verso il quale non abbiamo abbastanza appeal”