Magia dei “Crapun de Laurca”: il Gso fa rinascere Campovai

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LECCO – Li chiamano “craponi” e chi ha avuto modo di conoscerli sa bene perchè. I laorchesi, quelli che abitano su, nell’ultimo rione di Lecco andando verso la Valsassina, della loro testardaggine ne hanno dato prova oggi. 

Infatti i craponi si erano messi in testa di far tornare a vivere il campo di calcio così detto di Campovai, quello incastonato tra il torrente Gerenzone e il fianco del monte Melma. Unico problema il campo è privato. Così hanno deciso di bussare alla porta della dottoressa Maria Galbussera proprietaria dell’intera area, chiedendole in gestione la struttura con la promessa di risistemarla a dovere.

Avuto il benestare dalla proprietaria i laorchesi, craponi nella “zucca”, nell’anima e nel cuore, agli ordini di Giuseppe Meles, Vittorio Mazzoleni, Cosimo Cunsolo e Cristiano Vassena a luglio hanno aperto i cantieri con l’obiettivo di inaugurare l’opera in concomitanza con gli inizi dei campionati Csi.
Di là del fiume è iniziato così un brulicare di craponi indaffarati chi nei giorni liberi, chi il sabato e la domenica, chi di giorno e chi di notte, a bonificare l’intera zona adiacente al campo completamente sommersa dalla vegetazione. Poi è toccato agli spogliatoi, sistemati e ridipinti, quindi l’impianto elettrico e quello idraulico, rifatti, poi si è passati alle nuove recinzioni e, ciliegina sulla torta, sono state messe persino le panchine fino a oggi inesistenti. Insomma un restyling certosino che sicuramente per alcuni ha avuto il dolce sapore di una scommessa vinta.
Così sabato pomeriggio, Laorca ha potuto salutare, tra l’ammirazione dei numerosi presenti, la magia compiuta. Già, magia, perchè credete, quel posto è stato completamente trasformato.

Ad aprire gli interventi prima del taglio del nastro e dello svelamento della targa è stato Lorenzo Villa del gruppo sportivo Laorca che ha ricordato le origini del campo, sorto negli Anni ’30 ai tempi del fascismo. “Campo – ha poi proseguito – che vanta un piccolo primato, ovvero quello di essere il primo campo di calcio sorto a Lecco dopo lo stadio Rigamonti Ceppi”.

Nel corso degli anni è divenuto campo di allenamento per diverse squadre della città, ma pur essendo nel rione di Laorca si può dire che non è mai stato dei laorchesi. Si arriva così a luglio scorso quando il sogno di dare Campovai al gruppo sportivo di Laorca diventa realtà. “I craponi di Laorca – ha sottolineato Villa – fhanno dimostrato, in un periodo di grande crisi, che tenacia e sacrificio valgono più dei soldi”.

A fare gli onori di casa è stata la proprietaria, la dottoressa Galbussera: “Questa per me è una giornata particolare e anche un po’ commovente. Sono tornata dove ci sono le mie radici, infatti io sono nata nella casa posta a fianco del campo sportivo. Campovai per me è sempre stato un luogo un po’ magico. Ho giocato tanto quando ero bambina qui, poi via lontano a studiare. La laurea in medicina mi ha permesso di collaborare anche con la Federazione Italiana Gioco Calcio come medico del settore scolastico giovanile regionale ed è stato durante quell’esperienza che mi sono resa conto del più grave problema che avevano i ragazzi: la mancanza degli spazi. Perciò, quando i dirigenti del Gruppo Sportivo Laorca mi hanno contattato ho accettato ben volentieri la loro proposta. Essere qui è la testimonianza che questo progetto, reso possibile dalla caparbietà dei dirigenti, dei sostenitori e degli amici del Gruppo Sportivo Laorca, Crapuni de Laurca, è un traguardo raggiunto, un successo con un futuro di chissà quali altri traguardi e vittorie. Lo sport come maestro di vita è un mondo di aggregazione collettiva, fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei ragazzi dove nascono amicizie che si mantengono nel tempo e spesso per tutta la vita. Voi ragazzi avete la fortuna di avere oltre al campo anche un team di professionisti, preparati, entusiasti che vi aiuterà affinchè questo non sia un progetto solo per oggi ma anche per domani. Voglio dedicare tutto questo a due persone che ci guardano da una tribuna privilegiata dall’altra parte del monte: a Mario e Rosa, i miei genitori”.

Subito dopo è stata la volta del vice-sindaco di Lecco Vittorio Campione, che senza mezzi termini ha dichiarato: “Si tratta di un vero e proprio miracolo compiuto dai Craponi di Laorca”. Quindi il vice-sindaco ha posto l’accento su due aspetti: l’importanza della territorialità e della forza che può nascere quando una comunità si mette insieme e il valore inestimabile che ha una simile opera a fronte della carenza di strutture sportive dedicate ai giovani.

Carlo Isacchi, presidente del Csi di Lecco, si è detto felice per questa inaugurazione perchè “è un segno di speranza per le giovani generazioni e mi auguro che questo campo diventi un punto di aggregazione per la gioventù del posto”.

Giovanni Colombo della Delagazione Provinciale Figc ha ricordato la prima sistemazione del campo avvenuta nel 1981 in collaborazione con Renato Bonaiti, presente alla cerimonia, e in quel periodo patron della mitica Mobili Bonaiti. “Poi – ha proseguito Colombo – negli anni a seguire il campo è stato abbandonato a se stesso e la cosa mi ha sempre rattristato. Oggi, vederlo di nuovo rinascere mi riempie di gioia e il mio ringraziamento va a tutto il Gruppo Sportivo Laorca”.

Anche il presidente del Coni Provinciale Pinuccio Castelnuovo si è complimentato ricordando: “Siate orgogliosi di essere di Laorca”, mentre Andrea Frigerio della Commissione Sport del comune di Lecco ha spronato i laorchesi: “Continuate così perchè siete l’esempio di come stando uniti si possono raggiungere grandi risultati”.

L’assessore provinciale Gianluca Bezzi ha ricordato l’importanza che ha il sodalizio sportivo laorchese perchè “capace di coinvolgere i ragazzi in una pratica sportiva che sta dentro un percorso educativo”.

Infine, Claudio di Vita presidente del Gso Laorca dopo aver ringraziato la dottoressa Galbussera consegnandole un mazzo di fiori ha ribadito: “questa struttura sarà importante perchè ci permetterà di sviluppare ulteriormente l’attività calcistica dei nostri ragazzi”.

Prima del tradizionale taglio del nastro c’è stata la benedizione del campo da parte di don Emilio Colombo alla presenza di suor Paola Bolis. Quindi c’è stato lo svelamento della targa “Campovai. Maria Galbussera a ricordo dei genitori Rosa e Mario”, quindi il lancio dei palloncini bianchi e verdi, colore sociale del Laorca e un brindisi finale con il quale si è conclusa la giornata mentre sul campo la palla ha iniziato a rotolare.