

LECCO – In trecento tra migranti, studenti e le loro famiglie e i professori, divisi in piccoli gruppi ma uniti in una marcia per la città all’insegna della solidarietà e dell’integrazione: è l’iniziativa organizzata dal Collegio Volta insieme a Progetto Arca, la onlus che si occupa dei richiedenti asilo ospiti dei centri di accoglienza del Bione e del Ferrhotel.
“Un passo alla volta”, così è stata chiamata la manifestazione che si è svolta sabato mattina e alla quale hanno contribuito anche il Comune di Lecco e il servizio Informagiovani.
“Questa camminata è la fine di un percorso realizzato con il collegio Volta che è stata un’esperienza importante, il più grande momento di integrazione per i ragazzi dei nostri centri con i giovani lecchesi” ha sottolineato Clelia Paratore, coordinatrice di Arca per i centri di accoglienza di Lecco dove hanno trovato ospitalità in tutto 320 migranti, di cui duecento al Bione.

Un’iniziativa che vuole essere “il segno concreto di una riflessione iniziata durante l’anno scolastico sulla costruzione del bene comune, che si è realizzata con varie attività – ha spiegato il rettore del collegio, don Cristiano Mauri – per i ragazzi di quarta e quinta è stata l’occasione di realizzare un percorso comune”.
“I ragazzi vivono quello che respirano negli ambienti in cui sono inseriti, quindi ci sono ovviamente anche aspetti di diffidenza e paura rapportandosi al fenomeno dell’integrazione, come ogni cosa che fatica a comprendere – ha proseguito il rettore – c’è però anche tanta curiosità nel cercare di capire come affrontarlo nel modo corretto. Quando ci sono occasioni come questa di un contatto umano si mettono in discussione. Oggi è la giornata del coinvolgimento e il ragazzi lo sono in prima persona”.

Sono stati proprio gli studenti a guidare i migranti alla scoperta della città, raggiungendo a piedi dal Centro Sportivo del Bione i punti più significativi del capoluogo manzoniano: Piazza Era e Pescarenico, Piazza Manzoni, il Municipio e le piazza del Centro. Intorno a mezzogiorno, con l’arrivo di tutti i gruppi, a preso il via un grande evento in piazza Garibaldi.

“Abbiamo molte nazionalità rappresentate – ha spiegato Clelia – molti ragazzi del Pakistan, della Nigeria, tutto il Nord d’Africa. La loro prima necessità quando arrivano è di un posto dove stare e capire dove sono. Poi quello di vedersi riconosciuto lo status di rifugiato e di trovare un lavoro. Il processo burocratico è molto lungo, due anni, e oggi abbiamo ancora pochi dati a disposizione su quanti effettivamente riescono ad ottenere il riconoscimento. Pochi rispetto alle richieste che giungono alla commissione. La città di Lecco ha risposto benissimo, c’è una bellissima collaborazione con il comune e con i cittadini”.


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