Orrido: il sindaco multato si sfoga alla “Vita in diretta”

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BELLANO – E’ andato in televisione, alla “Vita in Diretta” di Rai 1, per raccontare una vicenda già rimbalzata sui giornali nazionali ed anche internazionali, quella della “rumorosa” cascata dell’Orrido e della multa al Comune di Bellano per l’inquinamento acustico che la bellezza naturalistica avrebbe prodotto: il sindaco Roberto Santalucia, venerdì pomeriggio, è stato ospite della nota trasmissione televisiva condotta dalla giornalista Cristina Parodi.

“Una storia ingarbugliatissima” come l’ha definita la conduttrice colloquiando con il primo cittadino e con il vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi. Una vicenda iniziata nei primi giorni di ottobre con una lettera spedita dall’ARPA e indirizzata al Comune di Bellano dove si faceva presente i risultati delle verifiche dell’agenzia regionale riguardo al rumore prodotto dalla cascata; controlli effettuati a seguito di un esposto da parte di un privato cittadino.

Con l’avviso da parte dell’Arpa, con tanto di importo di 1032 euro di sanzione, il sindaco avrebbe dovuto automultarsi per l’avvenuta violazione. “Come se ne esce da questa situazione?” ha chiesto la conduttrice a Santalucia:

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Il sindaco Roberto Santalucia

“Ne usciamo grazie ad un accordo trovato in Prefettura – ha spiegato il primo cittadino – mi assumerò l’onere di trovare un dirigente per esaminare la situazione e per erogare la sanzione al sindaco o all’ente che rappresenta. Successivamente potrei presentare degli scritti controdeduttivi al capo Polizia municipale che deciderà sulla sanzione. La direzione trovata, in accordo con le altre istituzioni, è quella di un archiviazione. Arpa ha individuato il Comune come proprietario della cascata ma non è cosi”.

Una storia “grottesca” per il vicedirettore di Libero: “Questa storia porta con sé una perdita di tempo ed energie che un sindaco non si può permettere in questi momenti; sappiamo che la burocrazia è il male del Paese. La vicenda troverà soluzione perché vede coinvolto un sindaco ma quando è un cittadino ad esserne interessato è perduto perché non può muovere la Prefettura o impegnare denaro in spese legali. Tutto questo succede perché nelle Regioni non c’è un funzionario che si assuma la responsabilità delle proprie scelte”.