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LECCO – Due circolari inviate dal Viminale che inviterebbero le Questure a non utilizzare le cartucce provenienti da una partita di ben sei milioni e 400 mila cartucce acquistate nel 2013 dalla Fiocchi Munizioni di Lecco, destinate alla Polizia di Stato, per un difetto di fabbricazione; proiettili che gli agenti non potranno usare in servizio ma solo al poligono: è l’esclusiva pubblicata martedì su Il Fatto Quotidiano che ha reso noto i documenti ministeriali.
Le munizioni, del calibro 9 Nato per pistole e per M12, secondo quanto rivelato dal quotidiano, sarebbero in parte “fallate”, ovvero il bossolo in alcuni casi presenterebbe un avvallamento, quindi ne verrebbe limitato l’utilizzo nei soli poligoni di tiro, dove gli agenti sono protetti dagli occhiali ad esclusione della mitraglietta, per la quale ne è totalmente vietato l’uso.
Il Viminale, rivela ancora il quotidiano, avrebbe invitato il personale incaricato e interessato nelle esercitazioni ad un controllo visivo per individuare eventuali deformazioni del bossolo; inoltre il ministero avrebbe chiesto, riporta il Fatto, che “tutto il munizionamento ancora disponibile, sia della dotazione individuale che di reparto, confluisca presso le armerie di servizio” per evitare che i proiettili difettosi finiscano per essere utilizzati in servizio.
“Una presa di posizione rigida da parte del Viminale che non comprendiamo – commenta da Lecco il presidente della Fiocchi Munizioni, Stefano Fiocchi – si tratta di un difetto abbastanza comune riscontrato in alcune cartucce all’interno del lotto, che può sfuggire ad un controllo statistico. Come da contratto ci siamo resi disponibili al ritiro, al controllo e al reintegro del munizionamento”.
Il presidente Fiocchi si è detto sorpreso dal risalto giornalistico della vicenda. “Ci pare comunque strumentale l’eco mediatico per una questione che è ordinaria quando vengono riscontrati difetti di produzione”.
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